ROMA – L’Anm, il sindacato dei magistrati italiani, si spacca sulla piena solidarietà e tutela da offrire non solo alla giudice di Catania Iolanda Apostolico, ma anche nei confronti delle altre toghe criticate dal governo per i provvedimenti sui migranti e la disapplicazione del decreto Cutro. Magistratura indipendente, la corrente cui aderiva l’attuale sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano quando era magistrato, non vota assieme ai gruppi della sinistra di Area, di Magistratura democratica, della centrista Unicost e anche agli indipendenti di Articolo 101. Succede dopo un dibattito molto teso, sviluppatosi per l’intera giornata, dal quale era emerso subito il diverso atteggiamento di Mi. Il documento, votato da 22 magistrati contro 8, esprime innanzitutto la piena solidarietà alla collega Apostolico, vittima di “attacchi e reazioni scomposte di esponenti del governo che investono con grande risonanza mediatica e insistenza la persona, gli affetti e la vita del magistrato, senza confrontarsi con il merito della sua decisione”.
Secondo l’Anm lo scopo è evidente, “intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata a un certo indirizzo politico e persuadere i cittadini che le decisioni sgradite siano solo frutto di un esercizio strumentale e di una contrapposizione politica“.
Non solo, gli attacchi “strumentali” del governo “perseguono l’ulteriore obiettivo di rafforzare nell’opinione pubblica la convinzione della necessità di modificare profondamente l’assetto costituzionale della magistratura, voluto dai costituenti proprio per garantire ai cittadini una giustizia indipendente è uguale per tutti“.
E qui il documento dice anche che la l’Anm “non si sottrae a una seria riflessione sull’imparzialità del magistrato in tutte le sue declinazioni”. Un passaggio che però non è bastato alle toghe di Magistratura indipendente per votare il testo in quanto la corrente di destra delle toghe aveva chiesto una presa di posizione molto più dura sull’atteggiamento di imparzialità e indipendenza che un giudice, a loro avviso, deve dimostrare anche nella vita privata.
Santalucia, “Apostolico vittima di una caccia all’uomo”.
“Una caccia all’uomo” sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico. “La profilazione del magistrato per consegnarlo all’opinione pubblica come un soggetto inadeguato o che non assicura il contrasto all’immigrazione illegale”. È netto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia quando apre la riunione del Comitato direttivo centrale del sindacato delle toghe che affronta non solo il caso Apostolico, ma più in generale quello dei giudici che si occupano di immigrazione e che sono stati “vittime” degli attacchi del centrodestra. A partire soprattutto dalla pubblicazione di ben tre video sulla presenza di Apostolico a una manifestazione contro lo stop dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini allo sbarco di 177 migranti dalla nave Diciotti.
Video su cui si interroga Santalucia con evidente preoccupazione: “È mai possibile che ci siano cassetti che conservano immagini di 5 anni prima?”. E ancora: “Da dove nasce questo video e il modo di fare di un ministro che lo ha postato, e da cui è nata una campagna giornalistica dai toni aggressivi e inusitati, ma anche la rivendicazione del governo di cambiare la composizione delle sezioni immigrazione?”.
L’ennismo scontro tra toghe e governo
L’Anm parte dal caso Catania per affrontare l’ennesimo scontro tra le toghe e il governo. Ma i toni non sono univoci. E lo si coglie sin dalle prime battute quando, dopo Santalucia, che appartiene alla corrente di Area, la sinistra delle toghe, parla il segretario dell’Anm Salvatore Casciaro che è di Magistratura indipendente, la corrente più di destra e conservatrice. Condivide il “segnale di allarme” per “condotte non rispettose della separazione dei poteri e della corretta informazione ai cittadini”, ma ritiene “auspicabile evitare che un giudice possa entrare in dialettiche politiche partecipando a manifestazioni pubbliche di piazza rispetto a cui prudentemente farei un passo indietro perché indipendenza è anche responsabilità”. E ancora: “Il magistrato è libero, ma esistono possibili limiti ai diritti giustificati dalla particolare delicatezza delle funzioni e del suo ruolo costituzionale”. In sintesi, una “prudenza per evitare di apparire come soggetti di parte”. È lo stesso tema affrontato al Csm quando 13 colleghi togati hanno chiesto la pratica a tutela di Apostolico, ma proprio Mi non l’ha sottoscritta.
“Siamo arrivati alla critica alla persona”
Ma sentiamo ancora il presidente Santalucia. Che parte da un dato di fatto: “Dalla critica ai provvedimenti giudiziari si è passati alla critica alla persona, con la ricerca di elementi per gettare un’ombra sul magistrato che ha emesso dei provvedimenti giudiziari”. E qui Santalucia cita le parole del Guardasigilli Carlo Nordio in un’intervista a Libero sulla giudice che “poteva andare alla manifestazione, ma non doveva” . Il presidente dell’Anm pone qui un primo paletto, “non c’è stata alcuna violazione disciplinare”, ma Apostolico non doveva andare a quella manifestazione perché ciò potrebbe comporta una violazione etica. Santalucia cita il codice di comportamento dell’Anm, ma chiarisce che sarebbe “pericolosissimo spostare la questione etica sul piano disciplinare perché c’è invece una liceità di comportamento”. Parole importanti proprio mentre tutto il centrodestra continua a chiedere al Guardasigilli di procedere con un’azione disciplinare ai danni di Apostolico.
L’aggressione personale contro Apostolico
Al ministro della Giustizia invece Santalucia chiede se i magistrati, alla luce dell’aggressione personale contro Apostolico (e cita gli articoli sulla sua testimonianza per il processo del figlio), a questo punto, “possano fare ciò che devono fare senza rischi personali”. E ricorda come proprio il ministro della Giustizia sia l’unico citato in Costituzione. Mentre un altro ministro, Matteo Salvini, pubblicando un video di 5 anni fa, ha di fatto scatenato “un’aggressione contro un magistrato per il provvedimento che ha assunto”. Il presidente dell’Anm si chiede “da dove viene questo video, da cui è nata una campagna giornalistica dai toni aggressivi e inusitati, additando all’opinione pubblica un giudice per cui, al di là del suo provvedimento, si passa ad aggredire una persona”. E conclude: “Quello che è accaduto è grave”.
L’attacco ai giudici che si occupano di immigrazione
Ma sul tavolo dell’Anm non c’è solo il caso Apostolico, ma quello di tutti i giudici che si occupano di immigrazione e che via via sono stati attaccati da esponenti del governo e del centrodestra. Santalucia cita il caso di Firenze dove vittima degli attacchi è stato Luca Minniti. E chiede: “Quali sono i confini dell’interpretazione che ci è consentita nel quadro della nostra imparzialità in un provvedimento, senza invertire l’ordine dei fattori parlando della persona?”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-10-21 16:57:52 ,www.repubblica.it