John Kramer disperato per la diagnosi senza appello che lo condanna a morte, frequenta un gruppo di aiuto per malati di cancro e lì una persona gli suggerisce l’esistenza di un medico e di una cura clandestini. La presentazione precorre il lessico truffaldino delle moderne truffe online con frasi come: “I governi non vogliono che si sappia perché salverebbe troppe vite”. Di fatto John Kramer si lascia truffare come un anziano qualsiasi, si reca in Messico, paga, viene operato e solo dopo si accorge che non è successo niente, era tutto finto e là dove c’era la sede dell’azienda adesso non c’è più niente. È chiaro che hanno fregato la persona sbagliata. Tutti i coinvolti saranno trovati, rapiti e radunati da Kramer e dalla sua assistente Amanda proprio in quel luogo lì dove è stato fintamente operato per il consueto gioco di torture.
Parte così, con una rincorsa più lunga del solito, la solita serie di ricatti con finalità etiche e morali mai discusse nel film ma molto discutibili al di fuori. In Saw infatti c’è sempre un intento punitivo, qualcuno ha fatto qualcosa di brutto, qualcosa per la quale dovrebbe pagare, solo che nessuno gliela farà pagare se non l’Enigmista, che si sostituisce alla giustizia con una sua versione della legge del taglione. Perdere una parte di sé, infliggersi una violenza terribile, mutilarsi o dilaniarsi, come forma di espiazione. Chi accetta questa forma di retribuzione, senza discutere ovviamente, può sopravvivere, chi non la accetta muore male.
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di Gabriele Niola www.wired.it 2023-10-25 13:24:13 ,