81 anni il prossimo 17 novembre, Martin Scorsese non pensa minimamente di appendere la macchina da presa al chiodo. Anzi, il recente successo di Killers of the Flower Moon, il suo ultimo film ora nelle sale che vede protagonisti Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone e Robert De Niro in una storia di violenza e cupidigia nelle riserve dei nativi americani, ha in qualche modo rinvigorito la sua vena creativa. Tanto che, appunto, quando gli si chiede se ha intenzione di ritirarsi, come per esempio ha in progetto di fare il suo collega Quentin Tarantino, lui ribadisce un approccio completamente alternativo: durante una recente intervista con l’Associated Press, infatti, ha confermato di essere “fatto di una pasta diversa” rispetto a quella del regista di Kill Bill.
“Tarantino è uno scrittore… è una cosa diversa”, sostiene Scorsese: “Io arrivo a una storia o ne vengo attratto attraverso le altre persone: mezzi diversi, modi diversi. Quindi penso sia un processo del tutto differente… rispetto gli autori e anche io vorrei solo stare in una stanza a creare romanzi. Non film, ma romanzi, storie lunghe”. Il filmmaker ribadisce dunque di non essere portato per la scrittura, ma piuttosto per portare sullo schermo trame intrecciate da altri. Quella che ancora non si è esaurita, in lui, è la curiosità: “Sono ancora curioso di tutto, e se qualcosa m’incuriosisce di certo troverò il modo di raccontarla, troverò il modo per farci un film, ma per me è fondamentale”.
Il riferimento è appunto al fatto che da tempo Quentin Tarantino ribadisce la sua intenzione di ritirarsi dalla realizzazione di film dopo il suo decimo lungometraggio, che dovrebbe quindi essere The Movie Critic, storia di un giovane giornalista che scrive di cinema per una rivista pornografica degli anni Settanta. Al suo 26esimo film con Killers of the Flower Moon (senza contare i numerosi documentari, episodi televisivi, corti e altri progetti che ha diretto), Martin Scorsese non ha ancora preso in considerazione l’ipotesi di fermarsi: tra i vari progetti su cui dovrebbe lavorare a breve ci sono un biopic sulla rockband Grateful Dead, e poi The Wager su un famoso ammutinamento del Settecento e l’adattamento del romanzo di Marylinne Robinson Home. Forte anche il suo impegno per preservare nella sua essenza l’arte cinematografica: “Sto cercando di mantenere viva l’idea che il cinema sia una forma d’arte, molti pensano che sia relegata al XX secolo, che ora è il XXI e diventerà qualcos’altro… invece andrebbe sempre presa sul serio”.
Leggi tutto su www.wired.it
di Paolo Armelli www.wired.it 2023-10-26 09:30:00 ,