Ennesimo passo falso per l’intelligenza artificiale. Stando a quanto riportato dal portale Variety, infatti, l’attrice Scarlett Johansson sta intraprendendo un’azione legale contro lo sviluppatore di un’app AI per aver utilizzato illegalmente il suo nome e la sua immagine nella pubblicità dell’applicazione Lisa AI: 90s Yearbook & Avatar – divenuta celebre per la capacità di generare immagini in perfetto stile anni Novanta -. Più nel dettaglio, lo sviluppatore Convert Software è stato denunciato per aver condiviso su X uno spot video di 22 secondi in cui si vede l’attrice nel backstage della premiere di Black Widow, poi sostituita da una serie di immagini generate dall’intelligenza artificiale, accompagnate da una voce clonata della Johansson che promuove l’app.
Ma nonostante l’annuncio presenti l’indicazione specifica di “immagini prodotte da Lisa AI”, questo non sembrerebbe essere bastato per convincere Kevin Yorn, l’avvocato dell’attrice, a non intraprendere alcuna azione legale. Anzi, tutt’altro. “Non prendiamo queste cose alla leggera. Secondo la nostra consueta linea di condotta in queste circostanze, affronteremo la questione con tutti i rimedi legali a nostra disposizione”, ha dichiarato Yorn a Variety. Nel frattempo, però, l’annuncio è stato rimosso da Convert Software, forse nella speranza che questo possa bastare per far decadere le accuse nei suoi confronti.
In ogni caso, quello che c’è da considerare è che Scarlett Johansson non è la sola celebrità a essere rimasta vittima dell’uso illegale della propria immagine. Lo scorso mese, infatti, l’attore Tom Hanks ha visto un suo clone generato dall’AI diventare protagonista di uno spot pubblicitario che promuoveva un piano dentale. Ad avvisare i suoi follower che si trattava di una truffa è stato l’attore stesso, facendo luce sui pericoli di uno strumento tanto potente come l’AI generativa, che può essere utilizzata per ingannare le persone in ogni modo possibile. Una constatazione condivisa anche dagli esperti del settore, che fanno sempre più pressione affinché le autorità governative possano trovare una soluzione al fenomeno dei deepfake.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-11-02 10:39:32 ,