“Un po’ di raffreddore” in una “lunga giornata di udienze”. Per questo, ha spiegato il Vaticano, papa Francesco ha preferito consegnare, anziché leggere, il discorso, indirizzato ai rabbini europei che ha ricevuto questa mattina, nel quale condanna con nettezza il risorgente antisemitismo e stigmatizza “venedetta” e “odio bellico”. E se la giustificazione che ha addotto (“non sto bene di salute…”) aveva fatto balenare l’ipotesi di un malanno, a sgonfiare ogni allarme è stato lo stesso Bergoglio, che nel pomeriggio ha ricevuto settemila bambini provenienti da tutto il mondo. Invitandoli, tra l’altro, a mandare un saluto ai loro coetanei palestinesi.
“Non sto bene in salute…”
“Saluto tutti voi e vi do il benvenuto”, ha detto il Papa ricevendo – sesta udienza su sette della mattinata – la Conference of European Rabbis. “Grazie di questa visita che a me piace tanto. Ma – ha proseguito con voce affaticata – succede che io non sto bene in salute e per questo preferisco non leggere il discorso, ma darlo a voi e che voi lo portiate con voi. Facciamo di tutto per mantenere questo clima di dialogo fraterno che il cardinale Koch (responsabile vaticano per i rapporti con l’ebraismo, ndr.) e i suoi collaboratori cercano di promuovere continuamente. Ed ora a me piacerebbe salutarvi a uno a uno”. Tra i presenti, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, e l’ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt.
No all’antisemitismo e all’odio bellico
Nel discorso consegnato ai rabbini, il Papa esordisce riferendosi a “quanto accaduto nelle ultime settimane. Ancora una volta la violenza e la guerra sono divampate in quella Terra che, benedetta dall’Altissimo, sembra continuamente avversata dalle bassezze dell’odio e dal rumore funesto delle armi. E preoccupa il diffondersi di manifestazioni antisemite, che fermamente condanno”. Per il Papa, “non le armi, non il terrorismo, non la guerra, ma la compassione, la giustizia e il dialogo sono i mezzi adeguati per edificare la pace”. La parola di Dio, scrive ancora Francesco, “orienta i nostri passi proprio alla ricerca del prossimo, all’accoglienza, alla pazienza; non certo al brusco impeto della vendetta e alla follia dell’odio bellico”.
Allarme salute, anzi no
L’accenno alla salute cagionevole ha suscitato qualche interrogativo, dopo che il Papa argentino, 87 anni a dicembre prossimo, è stato ricoverato due volte nel corso dei mesi scorsi. Già nella settima e ultima udienza della mattinata, però, concessa a un gruppo della Piccola casa della misericordia di Gela, Francesco ha letto regolarmente il discorso. Prendendo peraltro con vigore le difese del vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, chiamato nei mesi scorsi a rispondere in tribunale come testimone circa le denunce di abusi sessuali nei confronti di un sacerdote della diocesi: “Bravo, questo vescovo, bravo”, ha sostenuto il Papa: “E’ stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto”. Nessun problema di salute, dunque? Papa Francesco, ha spiegato il portavoce vaticano, Matteo Bruni, “ha un po’ di raffreddore e una lunga giornata di udienze. Aveva il desiderio di salutare individualmente i rabbini europei e per questo ha consegnato il discorso. Per il resto le attività del Papa Proseguono regolarmente”.
I bambini in Vaticano e quelli in Palestina
E infatti nel pomeriggio, come previsto, il Papa ha regolarmente ricevuto settemila bambini provenienti da 84 paesi diversi, e si è lungamente intrattenuto con loro. “Tanti bambini stanno soffrendo per i disastri climatici, per la guerra e la povertà, non dimentichiamoli”, ha detto loro Francesco. “C’è gente cattiva che fa del male, fa la guerra, distrugge”. Perché uccidono i bambini nella guerra? “Questa è una crudeltà, è brutto, è una ingiustizia”. Tra i bambini che hanno posto una domanda al Papa, è intervenuta anche Ranya, una giovanissima italiana di origini palestinesi, che ha domandato a Bergoglio cosa accade se scoppia la terza guerra mondiale: “Hai fatto una domanda che tocca anche la tua terra, che soffre tanto in questo momento”, ha risposto il Papa: “Se scoppia la guerra? La guerra è scoppiata già, cari, è scoppiata in tutto il mondo, non solo in Palestina, nel sud dell’Africa, nel Congo, in Myanmar, in tutto il mondo, in Mozambico… noi stiamo vivendo una guerra brutta, e la guerra ci toglie la pace e la vita. Dobbiamo lavorare per la pace”. Il Papa ha insistito: “Si soffre tanto: facciamo un saluto con la mano a Ranya e a tutta la gente della sua patria… e tu fai sapere alla gente della Palestina che tutti i bambini hanno salutato”. L’evento “I bambini incontrano il Papa”, che si è svolto in aula Paolo VI, è stato accompagnato dalla pubblicazione de “L’Enciclica dei bambini”, libro scritto a quattro mani da padre Enzo Fortunato e Aldo Cagnoli, con la prefazione del Papa. L’incontro – si legge ancora nel comunicato – è patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e organizzato in sinergia con Comunità di Sant’Egidio, Cooperativa Auxilium, Trenitalia e Busitalia (società del Gruppo FS Italiane), Uffici Scolastici Regionali e con il sostegno del mondo francescano, della Fondazione PerugiAssisi e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-11-06 16:30:44 ,www.repubblica.it