Ci siamo abituati ad Andrea Appino in solitaria e lontano dagli altri Zen Circus. Poi ritorna sempre con il gruppo, sia chiaro, ma questo è il suo momento che si prende per starsene da solo, rimuginare su tutto, pensare tantissimo, cambiare punto di vista e prendere tempo. Questa volta, il nuovo lavoro Humanize (in uscita il 17 novembre), combacia con il suo decennale dell’esordio, Il Testamento (2013) vincitore della Targa Tenco come migliore opera prima, e a otto anni da Grande raccordo animale (2015). Arriva dopo otto anni e si snoda in 72 minuti di musica, in un flusso continuo con 23 tracce che mettono assieme 14 tracce e 9 skit numerati e denominati #hmnz (humanizer) che sono frammenti e anfratti che l’artista lascia a opinioni, sensazioni, emozioni e sentimenti narrati da centinaia di voci differenti. Appino sarà nostro ospite il 30 novembre al Wired Next Fest di Firenze a Palazzo Vecchio.
Humanize, il terzo lavoro solista di Andrea Appino, vuole in qualche modo rendere il concetto di “esseri umani” sfruttando il tema dell’umanizzazione che nella realtà dei fatti nasce da una funzione, presente in diversi software di produzione musicale, che prende impulsi midi quantizzati nel tempo e nella dinamica e li sposta impercettibilmente in modo casuale, simulando un errore costante. Lo scopo è evadere l’esattezza digitale creando imperfezioni prossime a quelle umane. I contributi (skit) completano l’idea di questo concept album, dove l’artista fa spazio agli altri in tutti i sensi, eludendo così l’unica e sola visione persona all’interno del proprio album. Appino li chiamerebbe “comizi di umanità”, e forse sono il modo migliore per rendere l’idea. Lo scopo è quello di portare avanti una riflessione che ruota intorno ad alcuni quesiti fondamentali, senza pretendere di fornire risposte immediate ma calandosi nel ruolo dell’amplificatore per il segnale audio, dell’obiettivo per la macchina fotografica, dell’antenna per le onde radio:
Per le interviste è stato coinvolto Davide Barbafiera (soundscape designer, musicista e attore) che si è occupato assieme ad Appino di intervistare quante più persone possibili, di ogni tipo ed età, sugli argomenti più svariati. La mole di registrazioni è stata poi selezionata, tagliata, filtrata e posizionata all’interno del lavoro, rispettando il criterio dei macro-argomenti che le canzoni si propongono di trattare, in cui diversi field recording contribuiscono ulteriormente all’ambientazione. Quando è sopraggiunta l’esigenza di confrontarsi si è rivolto a Fabrizio “Il Geometra” Pagni, quinto membro aggiunto degli Zen dal vivo e produttore a sua volta, con il quale ha condiviso gli ultimi due anni di lavorazione e l’infinito mixaggio. Il risultato è un multiverso di Appino che passa dal folk ibrido alla psichedelia, all’ambient jazz e moltro sfidando la fretta che nella musica attuale regna dove tutto deve essere veloce, immediato e se non dura troppo è meglio. Appino fa tutto il contrario, ovviamente.
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di Redazione www.wired.it 2023-11-09 14:36:03 ,