OpenAI metterà in piedi un team per valutare le possibili applicazioni educative di ChatGPT, con lo scopo di portare la tecnologia nelle scuole. Un paradosso, considerando le preoccupazioni iniziali circa eventuali imbrogli nei compiti da parte degli studenti, ma allo stesso tempo un’occasione concreta.
Come riporta l’agenzia Reuters, è infatti stato il direttore operativo della società di San Francisco Brad Lightcap ad annunciare la novità nel corso della conferenza Insead Americas la scorsa settimana. “La maggior parte dei docenti – ha affermato – sta cercando il modo per incorporare ChatGPT nel programma scolastico e nel proprio metodo di insegnamento. Noi di OpenAI cerchiamo di aiutarli a riflettere sulla questione e probabilmente l’anno prossimo istituiremo un team che si occuperà solo di questo”.
Secondo i tecnici di OpenAI, l’intelligenza artificiale, essendo una tecnologia di grande impatto, potrebbe essere uno strumento utile all’apprendimento. Proprio per questo, il dialogo con il mondo della formazione è ritenuto importante sia per informare gli insegnanti sulle funzionalità di ChatGPT, sia per capire da loro come migliorarlo per renderlo perfettamente fruibile a scopo educativo.
Secondo l’ex dipendente dell’azienda californiana Andrew Mayne, che attualmente lavora con gli educatori con la sua società di consulenza sull’intelligenza artificiale Interdimensional, il chatbot potrebbe essere per gli studenti un tutor capace di personalizzare i contenuti in base ai diversi stili di apprendimento. I docenti potrebbero invece utilizzarlo nella stesura del programma o per realizzare contenuti creativi: per esempio, un’introduzione in inglese antico nel corso di una lezione sul Medioevo.
Un ostacolo all’utilizzo di ChatGPT nelle scuole, riporta l’agenzia Reuters, potrebbe tuttavia sorgere in tema di privacy dei bambini. Le leggi in materia sono diverse da paese a paese. Anche se gli utenti devono avere almeno 13 anni per utilizzare il chatbot e devono essere autorizzati a farlo dai genitori qualora ne abbiano meno di 18, nella maggior parte dei paesi non è prevista la verifica dell’età.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2023-11-17 16:59:39 ,