È la storia di un estro furioso, di un estremista che non concepisce più alcuna forma di moderazione, e i programmi da cui si è fatto sbattere fuori sono ormai trofei. L’ultimo corso è stato quello di offendere e poi chiedere scusa, come se chiedere scusa assolvesse il peccatore e mondasse il peccato, dunque si può dare del “frocio” a uno spettatore, l’importante è poi chiedere scusa, si può dare del depresso a Fedez, l’importante è chiedere scusa, anzi “ ho chiesto scusa, cosa volete ancora?” come fanno i bambini o gli artisti che tendono a ridefinire i confini della morale in base alle proprie esigenze.
Morgan sollecita attenzione dove sente disattenzione, non resiste alla tentazione di scombinare dove regna un ordine per lui noioso, sembra inseguire una sfida inestinguibile, testando i limiti di sopportazione delle situazioni in cui si trova e dei suoi partner di lavoro, e anche di quelli del pubblico, divertito, stuzzicato, irritato e alla lunga forse sazio di intemperanze. È in fondo una performance a tema harakiri, un sistematico sfregio di ogni parvenza di rispettabilità. È talmente ovvio che alcune sue uscite debbano suscitare sdegno che non si può non sospettare che lo scopo ultimo sia proprio quello.
Detto ciò un piccolo velo d’ipocrisia da parte della trasmissione X Factor si percepisce. Sembrerebbe troppo facile, come se questi comportamenti fossero nuovi, spuntati dal nulla. Si presuppone che se un programma sceglie di avere Morgan come protagonista voglia esattamente Morgan, non la sua inesistente controfigura moderata. Accusarlo poi di “morganeggiare” pare quantomeno incongruo. Certo ha esagerato, ma anche questo non era poi così difficile da prevedere. Morgan è attratto dalle corde tese, dai punti di rottura, sembra non riesca a farne a meno, deve provare, spingere fino al momento in cui può finalmente sentire il rumore dello strappo, l’estasi della lacerazione che per lui è il più bel suono del mondo.
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2023-11-22 07:25:58 ,