Per la prima volta nella storia, la Nasa è riuscita a trasmettere dati dallo Spazio profondo alla Terra attraverso un sistema di comunicazione ottica, ossia utilizzando un laser a infrarossi anziché le onde radio. I dati inviati come prova hanno percorso ben 16 milioni di chilometri, circa 40 volte la distanza che separa la Terra dalla Luna, in soli 50 secondi.
L’esperimento Dsoc
L’esperimento che ha reso possibile questo tipo di comunicazione è il Deep Space Optical Communications (Dsoc) della Nasa, caricato a bordo del veicolo spaziale Psyche, lanciato poco più di un mese fa. Dsoc, spiegano dalla Nasa, è stato progettato per inviare dati di prova alla Terra da varie distanze, mentre Psyche compie il proprio viaggio verso la main asteroid belt compresa fra Marte e Giove.
Come anticipato, la novità è che Dsoc è stato pensato per inviare dati attraverso un sistema di comunicazione ottica, invece che attraverso le frequenze radio. Queste ultime vengono da sempre utilizzate per “comunicare” con i veicoli spaziali, ma sfruttare la tecnologia ottica potrebbe permettere di velocizzare fino a 100 volte il trasferimento di informazioni. Entrambi i sistemi utilizzano onde elettromagnetiche per il trasmettere i dati, ma i raggi laser consentono in sostanza di “impacchettarne” una maggiore quantità.
“La comunicazione ottica è una manna per gli scienziati e per i ricercatori che vogliono sempre di più dalle loro missioni nello Spazio, e permetterà l’esplorazione umana dello Spazio profondo”, racconta Jason Mitchell, direttore della Advanced Communications and Navigation Technologies Division del programma Space Communications and Navigation della Nasa: “Più dati dignifica più scoperte”, prosegue.
I prossimi passi
Questo primo test apre infatti la strada alla possibilità di trasmettere dati e immagini più velocemente e a più alta risoluzione, “a supporto del prossimo grande balzo dell’umanità: inviare esseri umani su Marte”, racconta Trudy Kortes, direttore del Technology Demonstrations per lo Space Technology Mission Directorate presso la sede centrale della Nasa a Washington.
Fra le varie sfide per i mesi a venire, spiega ancora la Nasa, una consisterà nel trovare il modo per compensare il tempo che la luce impiega a percorrere distanze ancora maggiori rispetto a quella da cui è stato inviato il primo messaggio di prova. Nelle varie fasi della missione, che prevede anche il sorvolo di Marte, Psyche verrà infatti a trovarsi a distanze enormi dalla Terra: gli scienziati stimano che quando la sonda si troverà alla massima distanza, i raggi del laser infrarosso di Dsoc impiegheranno circa 20 minuti per raggiungere la Terra, anziché 50 secondi come nell’esperimento appena effettuato. In quei 20 minuti Psyche e la Terra avranno una posizione reciproca diversa rispetto a quella di partenza, per cui sia i sitemi di puntamento a bordo della navicella che quelli terresti di ricezione dovranno in qualche modo essere riallineati di conseguenza.
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di Sara Carmignani www.wired.it 2023-11-23 14:26:00 ,