Quando arriva dicembre, il mondo si divide tra quelli che tirano fuori le decorazioni e quelli che si preparano a fare il rewatch (l’ennesimo) di Parenti Serpenti. Le due operazioni non sono in conflitto, ma una deve avere la priorità sull’altra. E se alle prime lucine di Natale per le vie delle città sentite l’irrefrenabile bisogno di sentir pronunciare la frase ‘un oggetto fine per gente di classe’, sapete di cosa stiamo parlando.
Per chi invece non lo sapesse, ecco la premessa: Parenti Serpenti è un film del 1992 diretto da Mario Monicelli. Con attori che definire strepitosi è dire poco. E se non lo avete mai visto, dal 1° dicembre lo potrete recuperare su Netflix. Anzi, dovete recuperarlo assolutamente.
La storia inizia con una famiglia che si ritrova nella casa dei nonni (Paolo Panelli e Pia Velsi) per festeggiare il Natale. Una famiglia tradizionale: quattro fratelli, due maschi e due femmine. Tre di loro sono sposati, l’ultimo, Alfredo, è single. La voce narrante è Mauro, il nipotino più piccolo, figlio di Lina (Marina Confalone) e Michele. Sono i primi ad arrivare. Fanno il loro ingresso trionfale subito dopo Alessandro (Eugenio Masciari) con la figlia adolescente Monica e la moglie Gina (Cinzia Leone), truccatissima e con mosse da fatalona. Poi arrivano Milena (Monica Scattini) e Filippo. Per ultimo entra Alfredo (Alessandro Haber), il figlio minore che è single e insegna in una scuola femminile.
Tutto sembra scorrere liscio. Un Natale con la famiglia riunita, le partite a carte, la neve, il servizio buono, i fedelini con il tonno (squisitezza abruzzese, il film è ambientato a Sulmona) e un capitone che prima finisce fuori dalla finestra e poi ‘ritorna’ per essere cotto a puntino.
Ma le crepe in questo quadro idilliaco ci sono. All’inizio sono solo sfumature. Accenni di conflitto mentre si prepara la tavola della viglia e si pelano le patate. A Milena e Lina non piace Gina, la povera figlia di Gina deve sorbirsi la madre che la vuole tenere a dieta e la costringe a placare la fame adolescenziale di nascosto, nonno Saverio sta perdendo la memoria, Milena porta con sé il dolore di non aver potuto avere figli. E c’è qualcosa di più, qualche ferita più profonda che per il momento possiamo solo intuire.
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di Sara Uslenghi www.wired.it 2023-11-28 09:07:12 ,