Author: Germana Bevilacqua
Data : 2023-12-01 13:24:59
Dominio: www.perizona.it
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Un imprenditore lombardo ha fatto quello che tutti sognano di fare, ovvero mollare un lavoro monotono e una città caotica per trasferirsi ai Caraibi e aprire un chiringuito in spiaggia. Antonio Iannone, comasco, era un manager in una ditta farmaceutica svizzera e si è reinventato barista di un food truck in una località esotica. Ma la vera notizia è, che dopo due anni in quel paradiso, l’uomo ha deciso di fare dietrofront. “Sono tornato a Milano. Dietro la facciata turistica, fatta di mare e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa”, ha dichiarato.
“La mia vita era stabile ma terribilmente monotona e abitudinaria”
L’imprenditore racconta la sua esperienza sulla pagina satirica “Il Milanese Imbruttito”. La sua avventura inizia nel 2015. All’epoca, la sua vita era uguale a molti manager come lui. “Stabile ma terribilmente monotona e abitudinaria – come la definisce – per quanto appagante dal punto di vista economico”. Questa la sua routine: “Sveglia, corsa, doccia, 90 minuti di auto, ufficio, pausa pranzo, ufficio, 90 minuti di macchina, cena, film, letto. Lavoravo per avere una casa sempre più grande, una macchina sempre più potente, un orologio sempre più costoso. In breve, mi stavo lentamente spegnendo”. Antonio Iannone, appassionato di cucina e gastronomia, decide allora di abbandonare tutto e cambiare vita. Si trasferisce ad Aruba e apre un food truck di cibo italiano sul lungomare.
“Dietro la facciata turistica, fatta di spiagge e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa”
All’inizio la sua nuova vita è una favola tra preparazioni di lasagne, parmigiana, panini con salsiccia e porchetta da offrire a turisti e abitanti. Dopo un rodaggio di alcuni mesi, l’imprenditore si trasferisce definitivamente ai Caraibi con moglie e figlia. Ma a un certo punto l’imprenditore si rende conto che la sua nuova vita non è esattamente come la immaginava. Dopo due anni, infatti, prepara di nuovo i bagagli e torna in Italia con la famiglia. L’imprenditore spiega le sue ragioni: “Dietro la facciata turistica, fatta di spiagge e colori, la Aruba di tutti i giorni è ben diversa. Diseguaglianza sociale, povertà, nessuna educazione alimentare. C’è da considerare poi che, essendo un’isola, tutto è estremamente caro”.
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“Gli arubiani non sono proprio il popolo più ospitale del mondo”
“Su un’isola, poi, tutto è più difficile da ottenere. Anche per un banale pezzo di ricambio possono volerci settimane”, aggiunge l’imprenditore. “E poi – svela- gli arubiani non sono proprio il popolo più ospitale del mondo. Dimenticate i latini caldi e simpatici, ma pensate ad un popolo isolano colonizzato dagli olandesi… poi ovviamente ci sono le eccezioni”. Ma Antonio Iannone puntualizza: “Non mi pento di niente, rifarei tutto”. Adesso si è dovuto reinventare e fa il freelance nel campo dell’innovazione in campo agroalimentare. Della sua terza vita dice: “Certo, per essere felice e stabile da freelance è necessario davvero reinventarsi quasi giornalmente, ma forse il bello è proprio quello”. “Cosa mi manca dei Caraibi? Le spiagge e il mare nel tempo libero”, conclude.
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Germana Bevilacqua , 2023-12-01 13:24:59 ,