Come raccontato da David Gilbert su Wired US, tutto questo si aggiunge a una campagna social filo-Russia che ha utilizzato false citazioni di Swift in una serie di post su Facebook e X nel tentativo di alimentare il sentimento anti-Ucraina.
Secondo Jonathan Dean, professore di politica all’Università di Leeds, Swift è un esempio unico dell’intersezione tra celebrità e politica. “Una caratteristica importante della cultura e della politica negli ultimi dieci anni, certamente nel Regno Unito e negli Stati Uniti e probabilmente anche altrove, è che c’è stata una significativa convergenza nella grammatica, nello stile e nella modalità, se vogliamo, del fandom della cultura pop e della partecipazione politica“, afferma Dean, riferendosi ai modi simili in cui possono operare i gruppi di fan e i partiti politici. “Taylor Swift è interessante in questo senso perché penso che sia una vera e propria incarnazione di queste convergenze“.
Simone Driessen, assistente alla cattedra di media e cultura popolare presso l’Università Erasmus di Rotterdam, è d’accordo. Secondo il professore, dal momento che i messaggi delle celebrità al proprio fandom sono ormai indistinguibili da quelli dei politici verso i propri elettori, mobilitare il sostegno è diventato molto facile. La novità è che Swift è salita a un livello tale da poter rappresentare una potente pedina politica, il tutto senza che faccia niente.
Anche se forse qualcosa ha fatto. La stessa cantante sa come seminare indizi. I suoi testi sono scritti strizzando l’occhio ai propri ascoltatori. Anche i suoi fan hanno le loro teorie, come quelle che interpretano ogni sua immagine e messaggio attraverso una lente queer, convinti che la popstar stia cercando di segnalare che in qualche modo le piacciono le donne. Il nome di Swift attira l’attenzione mediatica e non solo, e questo è potere. È per questo che lo stato di Israele la tagga spesso nei post sui social media e i cosidetti #SwiftiesForPalestine le chiedono di parlare della guerra tra il paese e Hamas.
La celebrità, d’altronde, vengono usate dai movimenti politici da secoli, e i politici stessi oggi sono celebrità. Gli Swifties sono allo stesso tempo uguali a tutti i fandom che li hanno preceduti, e per certi versi rappresentano un unicum. Rimanendo largamente apolitica per la prima metà della sua carriera, i fan di Swift hanno potuto proiettare su di lei i valori che ritenevano più importanti. Quando negli ultimi anni si è finalmente espressa a favore dei diritti delle donne, dei diritti LGBTQ+ e di Joe Biden, ha allontanato alcuni ascoltatori, ma ne ha trovati anche tanti altri.
Swift ha creato un vuoto in cui chiunque poteva proiettare la propria causa politica o sociale. È difficile immaginare che i suoi fan credano che abbia detto davvero che gli ucraini “si comportano come ciarlatani“, come riportano gli account fake nella campagna filo-russa. Ma per quanto riguarda la posizione di Swift sulle elezioni statunitensi del 2024, la partita è ancora aperta e da questo endorsement potrebbero dipendere molte cose. Forse è proprio questa la vera guerra psicologica.
Questo articolo è precedentemente apparso su Wired US.
Leggi tutto su www.wired.it
di Angela Watercutter www.wired.it 2023-12-16 05:20:00 ,