La paura è che si verifichi un incidente, che poi non sarebbe neanche tanto tale, come quello che due anni fa, sul Mottarone, uccise 14 persone, quando si spezzò il cavo e la funivia precipitò. Si salvò solo un bambino, protetto dal corpo del padre.
ll caso a L’Aquila è nato da un esposto, arrivato una decina di giorni fa al Prefetto e al sindaco, in cui si segnalano problematicità sulle funi dell’impianto che porta a Campo Imperatore, 2.128 metri, Gran Sasso aquilano.
La richiesta di controlli dal Mit
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso l’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali, ha fatto partire dei controlli che hanno accertato, lo ha scritto il dirigente generale Pietro Marturano, criticità sulle quattro funi dell’impianto di proprietà del Comune dell’Aquila, attraverso il Centro turistico aquilano del Gran Sasso (Ctgs).
L’impianto è stato dunque fermato. E, dunque, stop al servizio che in sette minuti porta sulle piste, affrontando un dislivello di oltre mille metri. In attesa della prima neve, che tarda ad arrivare, in ballo adesso c’è una stagione invernale e sciistica da due milioni di euro solo per stare all’ultimo bilancio del Ctgs, da 110 mila passaggi totali con la funivia (dato 2022), con un indotto milionario tra bar, ristoranti, alberghi, rifugi, senza contare il futuro degli stessi dipendenti dell’azienda municipalizzata.
Il commento dal Centro
“Ma non c’è esigenza commerciale che tenga – chiarisce subito il presidente del Centro turistico, Dino Pignatelli -: se ci fosse un problema di sicurezza non esiterei un istante a chiudere, d’altronde sono io il primo a salire sulla funivia, ogni giorno. Non rischierei di certo la pelle”.
“Credo sia questione di giorni, a brevissimo dovrebbe riaprire” dice una dipendente del Centro.
L’attesa del report
Ma per ottenere il nulla osta all’apertura bisognerà attendere il report dei nuovi controlli, effettuati su richiesta del Ministero, che verrà trasmesso all’Agenzia una volta pronto. Tre giorni intensi di analisi che avrebbero – il condizionale è assolutamente d’obbligo – rassicurato sulla sicurezza delle funi.
“Abbiamo già effettuato ulteriori e minuziosi controlli, ripetuti più volte – dice Pignatelli al “Messaggero”. Non è emerso nulla di anomalo e a breve sarà rimessa una relazione che invieremo al Ministero. Conosco benissimo il problema delle funi, le abbiamo controllate a lungo sia a occhio sia attraverso due apparecchi distinti, di cui uno modernissimo uscito in circolazione da un mese. Il docente dell’Università di Trieste che ha seguito le operazioni si è detto rassicurato, speriamo che lo stesso valga per il Ministero”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-12-23 16:30:27 ,www.repubblica.it