L’intelligenza artificiale regola il movimento delle pale in base al vento, ma il controllo rimane in mano umana. Infatti, una dashboard monitora il funzionamento di tutti i componenti del parco, come la velocità del vento così da far orientare le turbine a seconda dell’intensità delle correnti d’aria. L’ufficio di controllo è a Pescara, dove gli addetti verificano costantemente le condizioni di Beleolico che, in caso di necessità, attiva il personale a Taranto.
Con una piccola barca ci dirigiamo verso le pale più lontane rispetto al porto: “Il monopalo delle nostre macchine non ha un elemento di transizione: è uno dei primi parchi al mondo fatti così. Significa, quindi, meno consumo di acciaio e meno manutenzione”, dice Sammartino. Soprattutto Beleolico è al momento il primo parco eolico offshore per grandezza (e quindi potenza) nell’intero mar Mediterraneo. Si tratta di un parco “fixed”, ovvero con monopali installati nel sottosuolo marino, al contrario dei “floating”, che invece hanno pale eoliche legate a giganteschi sistemi di contrappesi non ancorati al suolo. E parlando di sostenibilità, vale la pena ricordare che una grande qualità di questo parco eolico è quella di essere riciclabile al 90% in tutta la sua componentistica.
Rispetto del territorio
Esistono due malintesi sull’eolico, o meglio, due concetti obsoleti provenienti da impasse tecnologiche ormai superate. Il primo riguarda il rumore prodotto dalle pale. Ma qui a Taranto, sia a riva, sia a qualche metro di distanza in mare, si può davvero testimoniare che non si sente alcun rumore prodotto dal movimento delle pale. “Negli impianti di ultima generazione si fa molta attenzione alla curva di pressione sonora, tanto che in fase autorizzativa gli enti competenti indicano limiti che non si possono superare”, spiega il manager.
L’altra questione riguarda gli uccelli che possono finire tra le pale rotanti. Nel parco di Taranto vengono adottati due sistemi di sicurezza per proteggere gli uccelli. Il primo consiste nella “black blade”. La colorazione nera di una delle pale di ciascuna turbina crea l’ effetto disco durante la rotazione che inganna gli uccelli e li scoraggia dall’avvicinarsi. “C’è poi il bird monitoring system, una specie di collare alla base della pala che contiene quattro telecamere che puntano verso l’alto. Grazie ad un software basato su un AI di basso livello, il sistema controlla la presenza di stormi che si muovono più lentamente del singolo uccello, e, se ne avverte la presenza, interrompe il funzionamento delle pale. Contemporaneamente, parte anche un avvisatore sonoro che spaventa i volatili”. In effetti, dopo qualche minuto, assistiamo al passaggio di uno stormo che aggira le pale senza rallentare il volo.
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di Gianluca Schinaia www.wired.it 2024-01-11 06:00:00 ,