ROMA – “Non si può intercedere sul processo” a carico di Ilaria Salis, “noi possiamo soltanto fare delle proteste per quanto riguarda il trattamento del detenuto” ha precisato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, raggiunto al termine del Cdm. L’estradizione “non è prevista perché non ha commesso un reato in Italia ed è stata arrestata in Ungheria: il reato ipotetico è stato commesso in Ungheria, quindi deve essere processata lì”.
Sul processo per la maestra accusata di aver partecipato ad un’aggressione a colpi di manganello ai danni di due estremisti di destra ungheresi durante una manifestazione a Budapest nel febbraio dello scorso anno, Tajani ha aggiunto: “Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”. Per poter chiedere il suo trasferimento in Italia, ha precisato poi il capo della Farnesina, la giovane deve prima ottenere gli arresti domiciliari.
“Avevo già parlato con il ministro degli esteri ungherese – aveva detto il vice premier intervistato da “Radio anch’io” su Radio Rai1 – abbiamo chiesto il rispetto delle regole perché mi sembra si sia ecceduto. Il nostro ambasciatore in Ungheria anche oggi andrà al ministero per protestare contro questo trattamento riservato ad una detenuta. Vedremo se si potranno ottenere gli arresti domiciliari, o si potrà portarla in Italia per scontare una eventuale condanna”.
Per Tajani “siamo di fronte a una violazione delle norme comunitarie. Condurre in quella maniera un detenuto è fuori luogo e non in sintonia con la nostra civiltà giuridica”.
“Il ministro della Giustizia – continua Tajani – sta seguendo il caso giorno per giorno, ha incontrato il padre della ragazza, e io ho consegnato al ministro degli Esteri un documento dettagliato all’ultimo Consiglio Ue: il governo italiano sta facendo di tutto perché le regole siano rispettate, indipendentemente dalle vicende in cui è coinvolta”.
I genitori della donna, ha riferito Tajani, sono stati due ore all’ambasciata e sono diretti in carcere a trovare la figlia.
La replica ungherese sulle condizioni in carcere
“Le accuse mosse dai media italiani e ungheresi” sulle condizioni della detenzione di Ilaria Salis “sono false e l’organizzazione carceraria le respinge con forza” scrive in una nota il servizio statale penitenziario ungherese, che cita le accuse di Carmen Giorgio, ex compagna di cella di Salis, che ha raccontato di letti pieni di cimici, topi, maltrattamenti e uso di catene da parte del servizio carcerario di Budapest. “Triste e immorale il fatto che queste calunnie siano riportate dalla stampa senza consultare la controparte” aggiungono.
“Una prigione non fornisce i servizi di un albergo a più stelle. Negli istituti forniamo ai detenuti tre pasti al giorno, la qualità del cibo non è certo vicina allo standard di un ristorante stellato Michelin, ma soddisfa i requisiti di una dieta sana. Negli istituti vengono effettuati continui controlli igienici e i detenuti ricevono un’adeguata assistenza sanitaria. La presenza dei ratti è una bugia, i penitenziari rispettano elevati standard igienici”, evidenza ancora il servizio ungherese.
“Il personale comunica con i detenuti di nazionalità straniera in inglese e tedesco riguardo alla vita quotidiana, tuttavia per le questioni ufficiali utilizziamo sempre un interprete nella lingua madre del detenuto. Le accuse infondate danneggiano gravemente la buona reputazione dell’istituto penitenziario e dei suoi dipendenti, alla quale abbiamo diritto”, affermano ancora.
L’ambasciatore ai legali di Salis: “Massimo impegno per i domiciliari”
Manuel Jacoangeli, l’ambasciatore italiano a Budapest, ha garantito ai legali di Ilaria Salis “massimo impegno per farle avere i domiciliari in Italia”. Lo riferisce l’avvocato Mauro Straini dopo che stamattina ha incontrato, assieme al codifensore Eugenio Losco, il rappresentante diplomatico.
“L’ambasciatore oggi incontrerà il ministro della Giustizia ungherese al quale presenterà anche le rimostranze per le condizioni in cui Ilaria è stata portata in aula ieri – prosegue, Straini riferendosi alla catena a cui era legata, trattamento peraltro analogo a tutti gli imputati in Ungheria -. Ci ha inoltre rassicurati sul rafforzamento del canale di comunicazione coi nostri ministri degli Esteri e della Giustizia. Da parte sua ci sarà massimo impegno per garantire che Ilaria possa rientrare in Italia ai domiciliari in conformità con la legislazione europea. In questi casi il timore è quello del pericolo di fuga ma l’Italia potrà garantire che sarà eseguita la misura cautelare”.
La Commissione europea: “Non commentiamo casi individuali, ma si rispettino standard minimi di detenzione”
“Non commentiamo i casi individuali in corso. In generale la detenzione è una responsabilità primaria dei Paesi membri” ha commentato il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, rispondendo a una domanda sulla detenzione di Ilaria Salis. “Quello che posso ricordare in un contesto più ampio – ha continuato – è che la Commissione ha avanzato nel dicembre 2022 delle raccomandazioni sulle condizioni di detenzione nei Paesi membri, con gli standard minimi di base e altri elementi che sono stati discussi anche nel Consiglio Giustizia e su cui entro 18 mesi gli Stati membri dovrebbero riferire rispetto all’attuazione”. Ma aggiunto che “ci sono discussioni in corso in senso più ampio”
La richiesta di estradizione per l’altro ragazzo coinvolto
Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser ha definito “gravemente deficitaria” la relazione arrivata oggi dalle autorità ungheresi per il procedimento davanti ai giudici milanesi, che dovranno decidere se estradare o meno in Ungheria Gabriele Marchesi. Il 23enne è accusato come Ilaria Salis di aver aggredito dei neonazisti durante la contromanifestazione a Budapest l’11 febbraio 2023. “A domande molto precise sono state date risposte molto imprecise” sulle condizioni delle carceri in Ungheria, dice il pg. “Insisterò nel chiedere che Marchesi non venga consegnato”, ha aggiunto.
Il ministro Lollobrigida: “Non ho visto le immagini”
Le immagini di Ilaria Salis in catene davanti ai giudici ungheresi? “Non le ho viste, vado a vederle. Non commento cose che non ho visto…”. Così risponde il ministro dell’Agricoltura ed esponente di Fdi, Francesco Lollobrigida, interpellato dai cronisti a Montecitorio.
Il segretario di +Europa Riccardo Magi replica: “Probabilmente il ministro dell’agricoltura si è messo due fette di salame ungherese e non Made in Italy sugli occhi, visto che non riesce a vedere le violazioni dello Stato di Diritto e dei più basilari diritti dei detenuti da parte del suo amico Orban nei confronti di una cittadina italiana”. “E forse Lollobrigida è così impegnato a difendere gli agricoltori che bloccano le autostrade da non ricordare che proprio lui chiese l’applicazione della direttiva europea sulla presunzione di innocenza che oggi l’Ungheria sta violando in maniera palese e plateale e che dovrebbe prevedere proprio le garanzie per le persone sottoposte a processo” ha aggiunto su X.
Lega: “Togliete le catene, non la galera”
“Le immagini di Salis non lasciano indifferenti, ma è doveroso ricordare che partire dall’Italia per mettersi nei guai in Ungheria ha delle conseguenze. In Italia siamo abituati alle carezze per Carola Rackete che sperona una motovedetta della finanza. Ecco, all’estero, invece, può capitare ci sia una impostazione diversa” ha detto il deputato della Lega Igor Iezzi.
“Nessuno in queste ore ha fatto vedere cosa faceva il gruppo della Salis a Budapest insieme ai suoi amici ‘antifa’, in assetto armato come vere e proprie organizzazioni para brigatiste. Allora ve lo faccio vedere io. Certamente l’Italia deve assicurarsi che ai nostri concittadini all’estero siano garantiti processi giusti e il pieno rispetto dei diritti umani, a condizioni di reciprocità. Però se siamo contro il terrorismo sempre, dobbiamo ribadire anche la lotta dura al terrorismo di matrice rossa. Toglietele le catene, ma non la galera!” scrive Susanna Ceccardi (Lega) sui social in un post intitolato.
Fiorello: “Vogliamo l’attivista libera”
Fiorello ha aperto la puntata di ‘VivaRai2!’ parlando del caso di Ilaria Salis, l’attivista da un anno in carcere in Ungheria, dopo che hanno fatto il giro del mondo le sue immagini in aula in catene davanti al giudice: “E’ stata arrestata perché ha menato due neonazisti, due naziskin… ma non si toccano i naziskin! – ha detto lo showman – Tra l’altro neanche l’hanno denunciata, si vergognavano a dire siamo stati menati da un’attivista italiana. Tajani, muovetevi perché la vogliamo a casa. E’ in carcere da un anno e non ha fatto niente”.
Moretti: “Meloni si attivi per riportarla in Italia”
“La vicenda di Ilaria Salis assume ogni ora che passa contorni più inquietanti: una ragazza accusata di aver manifestato, torturata per settimane nelle carceri di Budapest e portata in tribunale in catene. Come eurodeputati del Pd abbiamo scritto giorni fa una lettera al ministro degli Esteri affinché intervenga presso il governo ungherese per riportare Ilaria in Italia. Il silenzio della presidente del Consiglio su questa vicenda è incomprensibile: non si può tacere di fronte a un gravissimo attacco non solo alla dignità della persona ma anche allo stato di diritto. Meloni si attivi presso Orbàn per liberare Ilaria Salis e dimostri che tutti gli italiani vanno tutelati”. Così sui social l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti.
Il papà di Ilaria Salis: “L’ambasciata sapeva di mia figlia in catene”
Interviene ad Agorà su Rai Tre Roberto Salis, il papà di Ilaria dopo le immagini di ieri dove è entrata nell’aula del tribunale in catene: “Credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”. E poi aggiunge “Oggi incontriamo l’ambasciatore. Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l’ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia”.
Silvestri (M5S): “Meloni metta gli interessi dell’Italia prima di Orban”
“Le scioccanti immagini di ieri di Ilaria Salis, ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica, ci lasciano esterrefatti” ha commentato il capogruppo M5S alla Camera Francesco Silvestri. “All’apertura dell’Aula – ha aggiunto – chiederemo subito un’informativa urgente alla Presidente del Consiglio. La gravità della situazione richiede informazioni e interventi immediati. Vogliamo capire se il governo, tramite la Farnesina, già sapeva delle condizioni di Ilaria. Ci auguriamo che Giorgia Meloni metta gli interessi dei cittadini italiani prima di quelli di Orban”.
Bonelli mostra le foto di Salis in catene: “Meloni tace”
“Lei è Ilaria Salis, un’italiana, e quest’immagine dovrebbe indignare la premier Meloni che sta in silenzio” ha detto Angelo Bonelli, leader dei Verdi, incontrando i giornalisti in piazza Montecitorio e mostrando un collage di foto di Ilaria Salis nell’udienza di ieri in Ungheria. “Meloni dovrebbe chiamare immediatamente il suo collega Orban e chiedergli com’è possibile che una persona venga trattata in questo modo, con le catene, al guinzaglio. Inaccettabile. La premier venga in aula e spighi perché un’italiana viene trattata così”.
Si accoda anche il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: “Sembra che finalmente gli amichetti Italiani di Orban si siano accorti della vergogna del regime ungherese. Continuiamo ad aspettare che Giorgia Meloni dica qualche parola e magari, visti gli ottimi rapporti, che faccia una telefonata al suo amico Orban”.
Le opposizioni unite: “Informativa urgente di Meloni in aula”
Le opposizioni unite chiedono che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riferisca al più presto in aula alla Camera con un’informativa urgente sul caso di Ilaria Salis, dopo la diffusione delle immagini che la ritraggono incatenata mani e piedi in un tribunale in Ungheria, dove è detenuta. Ad avanzare tale richiesta, diramate la seduta a Montecitorio, sono stati i parlamentari di Pd, M5S, Avs, Azione, Iv e +Eu.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-01-30 14:24:25 ,www.repubblica.it