di Chiara Di Cristofaro e Stefania Arcudi
Gli investitori sperano che la Banca centrale Usa accenni a un taglio dei tassi a breve. La Borsa di Tokyo recupera sul finale di seduta, con gli acquisti che si sono concentrati sulle aziende della tecnologia, dopo i risultati trimestrali incoraggianti sul mercato domestico
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Nella prima parte della seduta, le Borse europee poco mosse, con un avvio in modestissimo rialzo, nel giorno della Federal Reserve. La banca centrale americana comunica nella serata italiana la decisione sui tassi con gli analisti che danno il 98% di possibilità al mantenimento dei tassi al 5,25%-5,50%. L’attenzione è sulle prossime mosse, ossia sul primo taglio che segnerà l’inversione di rotta della politica monetaria.
Intanto, è ormai nel pieno la stagione delle trimestrali, dopo che Wall Street ha messo a segno un altro record: Microsoft e Alphabet hanno archiviato gli ultimi tre mesi con numeri migliori delle attese, ma hanno registrato entrambi netti cali nell’afterhours, con gli analisti che si sono concentrati per Alphabet sui numeri della raccolta inferiore alle stime. In Europa, utile record per la spagnola Santander. Intanto, l’Asia si avvia a chiudere in deciso calo il primo mese dell’anno, mentre Tokyo in controtendenza mette a segno un gennaio in netto rialzo. Oltre alla Fed, occhi puntati anche su una raffica di dati macro in arrivo sia in Europa che negli Stati Uniti, con i numeri del settore del lavoro privato in arrivo dagli Usa.
Spread poco mosso, in calo il rendimento decennale
Andamento stabile per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005560948) e il pari scadenza tedesco si attesta a 153 punti base, come la chiusura della vigilia. In calo invece il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta al 3,73%, contro il 3,80% del closing precedente.
Asia in calo in attesa della Fed
Le scommesse degli operatori sulle politiche monetarie hanno guidato i mercati asiatici, con i titoli tendenzialmente in calo in attesa dei risultati della riunione della Federal Reserve di oggi, che verranno illustrati in conferenza stampa dal Governatore Powell: gli investitori sperano che la Fed accenni a un taglio dei tassi a breve. I trader obbligazionari hanno ridotto le scommesse sui tagli dei tassi statunitensi quest’anno, e le probabilità di una riduzione a marzo sono scese a circa una su tre. Il sentiment è stato anche scalfito da dati economici poco incoraggianti provenienti dalla Cina e da un quarto trimestre consecutivo di calo degli utili per Samsung Electronics Co. Le Borse cinesi hanno chiuso gli scambi con nuove pesanti perdite nell’incertezza degli scenari economici del Dragone tra deflazione, crescita in stallo e crisi immobiliare su cui pendono gli effetti della liquidazione di Evergrande. In tre sedute, Shanghai ha perso più del 4%, mentre Shenzhen oltre l’8%.
Lieve progresso per Tokyo, occhi sulla Bank of Japan
La Borsa di Tokyo ha però recuperato sul finale di seduta, con gli acquisti che si sono concentrati sulle aziende della tecnologia, dopo i risultati trimestrali incoraggianti sul mercato domestico. Il listino di riferimento NIKKEI 225 segna un progresso dello 0,61% a quota 36.286,71, e un guadagno di 220 punti. Sul mercato valutario lo yen perde terreno sul dollaro a un livello di 147,70, in attesa di maggiori indicazioni dalla Fed, e a 159,80 sull’euro. I rendimenti obbligazionari giapponesi sono cresciuti in seguito alla diffusione delle note sintetiche relative della riunione della Banca del Giappone, più propensa a un rialzo dei tassi di interesse per la prima volta dal 2007.
Indice manifatturiero cinese in affanno
Un’indagine condotta tra i dirigenti delle fabbriche cinesi mostra che l’industria manifatturiera si è contratta a gennaio per il quarto mese consecutivo, riflettendo la debolezza della domanda e l’indebolimento della ripresa nella seconda economia mondiale. L’indice ufficiale dei responsabili degli acquisti, o PMI, è salito leggermente a 49,2 a gennaio da 49,0 del mese precedente. Il PMI si basa su una scala fino a 100, dove 50 segna il limite tra espansione e contrazione. Il PMI manifatturiero è sceso in nove degli ultimi dieci mesi, aumentando solo a settembre. Nonostante la debolezza inaspettatamente prolungata dopo la pandemia, si stima che l’anno scorso l’economia sia cresciuta a un ritmo annuale di circa il 5%.
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Stefania Arcudi
Redattore Radiocor
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Chiara Di Cristofaro
Redattrice esperta Radiocor
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2024-01-31 07:52:30 ,