Nella mattina di oggi, 12 febbraio, si è tenuta dinanzi al Gup del Tribunale di Roma, Marisa Mosetti, la prima udienza per decidere sul rinvio a giudizio di Fedez per il reato di calunnia ai danni del Codacons. La vicenda ruota attorno a un banner pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di Coronavirus: il rapper aveva puntato il dito contro il Codacons accusando l’associazione di aver fatto pubblicità ingannevole. La Procura di Roma aveva chiesto al Tribunale l’archiviazione per Fedez ma il giudice ha disposto l’imputazione coatta.
Le critiche di Fedez
A scendere nei dettagli dell’accaduto era stato lo stesso Fedez, in una puntata del suo podcast Muschio Selvaggio: «Questi hanno fatto una roba durante la pandemia. Un banner con scritto ‘Dona per il Coronavirus’. Al Codacons. Ovviamente, una cosa così lascia intendere che se tu doni i soldi a loro, loro avrebbero fatto qualcosa di concreto sul Coronavirus. Siamo d’accordo, giusto? È pacifico questo. In realtà, tu donavi i soldi a loro e il Codacons non si occupa di sanità. Ho detto che quantomeno è torbido».
L’esposto del Codacons
L’udienza di oggi è stata rimandata al prossimo 6 maggio, data in cui davati al gup si presenterà il musicista in persona, così come chiesto dalla sua difesa, per rappresentare la propria versione dei fatti. In ogni caso lo scontro tra Codacons e Fedez, che è già composto di numerosi capitoli, non sembra destinato a concludersi. In una nota il Codacons ha infatti reso noto di aver presentato un esposto alla Guardia di Finanza (Gdf) in cui si chiede di fare luce sulle società riconducibili al rapper. L’associazione scrive: «Il Gruppo è saldamente in mano alla società Fedef che fa capo alla famiglia di origine di Fedez e cioè oltre a lui stesso, alla madre e al padre che rivestono anche le cariche societarie chiave nella società stessa- si legge nell’esposto- Nell’arco di un quinquennio si sono succedute numerose operazioni straordinarie che hanno portato il gruppo ad assumere assetti sempre diversi». «Altro aspetto- Proseguono- da considerare è la fitta trama di rapporti di affari con nuovi soggetti che delinea l’allegata ricostruzione e rappresenta un salto di qualità, in termini strategici, rispetto a quanto osservato in precedenza. La situazione merita un’analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di ‘potere occulto e trasversale’ la cui conoscenza non può rimanere estranea all’attività istituzionale del Corpo».
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Scritto da Sara Menafra perwww.open.online il 2024-02-12 12:49:27 ,