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I rapporti con Von der Leyen dei partiti di maggioranza
L e critiche della Lega alla Commissione europea non sono una novità. Riflettono gli allarmi simmetrici che arrivano da Bruxelles contro i populismi e «gli amici di Vladimir Putin». Ma la virulenza dei toni che si è registrata ieri dice qualcosa di più sulla frattura del fronte opposto alle sinistre. Conferma che alle elezioni di giugno lo scontro ufficiale sarà tra popolari e socialisti. La vera lotta, tuttavia, si consumerà tra i moderati e gli estremisti radunati nel gruppo al quale appartengono la Lega, il partito della francese Marine Le Pen e i tedeschi di Afd.
E sarà una lotta non solo per il primato politico, se non numerico, dell’Europa nemica delle sinistre. Nella contrapposizione si giocheranno anche il sostegno all’Ucraina, l’adesione alla Nato e dunque i rapporti con gli Stati Uniti: quelli di Joe Biden, non quelli di Donald Trump, che col suo antieuropeismo non dispiace affatto all’estremismo di destra. E sullo sfondo, come un’ombra nera, si stagliano le relazioni con la Russia di Putin, segnate da un «pacifismo» gradito al regime moscovita.
L’attacco durissimo contro gli estremismi fatto ieri dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al congresso del Ppe non lascia margini di dubbio. «Gli amici di Putin», ha detto, «diffondono odio dalle loro tastiere. L’Europa unita viene sfidata da nazionalisti, populisti, demagoghi, che siano…
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di Massimo Franco
www.corriere.it
2024-03-07 19:06:12 ,