Ore di tensione in Vigilanza Rai per l’approvazione delle regole per la Par condicio in vista delle prossime elezioni Europee. Dopo le proteste delle opposizioni unite contro le modifiche proposte dalla maggioranza, gli uffici legali della commissione hanno dichiarato ammissibili tutti gli emendamenti proposti da Fdi, Lega e Noi Moderati. Che spingevano per modificare il regolamento in modo da dare più spazio al governo. Forza Italia invece si è smarcata: gli azzurri hanno meno esponenti nell’esecutivo degli alleati e ne uscirebbero penalizzati. Alla fine è passata la modifica di Noi moderati, riformulata, che stabilisce “la necessità di garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative” nei programmi di approfondimento giornalistico. La minoranza, dopo averne chiesto il ritiro, ha votato contro. Gli altri emendamenti contestati dall’opposizione sono stati accantonati in vista di una riformulazione.
Non è passato invece l’emendamento presentato da Maria Elena Boschi di Iv che proponeva di estendere le limitazioni cui sono soggetti i candidati anche a giornalisti e opinionisti, ovvero ai “soggetti e alle persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale che esprimano opinioni di contenuto politico”. Illustrando la modifica in commissione, Boschi aveva detto che “occorre distinguere tra chi fa domande e chi dà risposte” e spesso viene pagato e rappresentato da agenti.
Nel corso della discussione nella bicamerale, la presidente dell’organismo Barbara Floridia (M5s) aveva proposto di mantenere la sua bozza iniziale, che riprende quella messa a punto dall’Agcom. Che impone la garanzia della “più ampia ed equilibrata presenza e possibilità di espressione ai diversi soggetti politici”. Fino all’ultimo le opposizioni hanno sperato in una marcia indietro. “Speriamo davvero che nelle prossime ore ci sia nelle forze di maggioranza più saggezza”, ha auspicato Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama. “L’idea di piegare l’informazione pubblica agli interessi del governo a me pare il contrario di una seria par condicio. Noi esprimeremo un dissenso rispetto a ovviamente la stragrande maggioranza di questi emendamenti e a tutti quelli del centrodestra”. Una posizione simile è stata espressa in Vigilanza anche dall’esponente di Azione Mariastella Gelmini: “C’è un rischio di dilatazione della presenza del governo in tv con l’emendamento presentato da Filini. La presenza del governo va circoscritta agli eventi eccezionali”, ha detto. Una posizione con la quale si è detto d’accordo Stefano Graziano del Pd.
Gli emendamenti – Altri emendamenti a firma dei deputati FdI Francesco Filini e Maurizio Lupi di Noi moderati e del senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega) chiedevano di garantire una presenza “equilibrata”, anziché “paritaria” come vuole il testo Agcom, e di sopprimere il comma 4-bis, secondo il quale “ove la Rai trasmetta la diretta di convegni o di comizi elettorali di un soggetto politico deve garantire la messa in onda delle dirette anche degli altri soggetti in competizione al fine di garantire la parità di trattamento”. Nel caso in cui venga mantenuto il testo così com’è, gli esponenti di FdI, Lega e Nm chiedono siano assicurate eventuali dirette di convegni o di comizi elettorali messi in onda sul canale Rainews che, specifica l’emendamento, “saranno precedute da idonea sigla e vanno considerati distinti dalle edizioni dei Tg della testata”.
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La Repubblica, Molinari sfiduciato dalla redazione: dalle dimissioni allo stallo, cosa può accadere alla direzione
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di F. Q.
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2024-04-09 20:06:27 ,