Il Var a chiamata, l’evoluzione della rivoluzione per le decisioni arbitrali controverse, è in fase di “valutazione per le giovanili ma è ancora un progetto embrionale sul quale sta lavorando la Fifa”. Il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi delinea, dal Festival della Serie A di Parma, la possibile modifica dello strumento che per ora “non coinvolge i professionisti”, ma che in futuro potrebbe ribaltare il Var per come lo conosciamo attualmente. Il modello è quello fatto proprio da sport come il basket, il volley o il football americano: quando pensa di aver subito un torto, una squadra può richiedere la revisione a proprio rischio e pericolo, visto il numero contingentato di slot a disposizione. Evitando in questo modo continue proteste, quando pensi di aver subito un torto, chiedi giustizia: se le immagini confermassero l’errore, la chiamata non sarebbe “scalata” dal conto totale.
Un progetto per il futuro
Difficile, però, vederlo attuato a breve termine, vista la tortuosità del percorso di approvazione delle nuove regole, specialmente se sono radicali come quella che ha introdotto il Var nel calcio mondiale. Tuttavia, come dimostrato in Premier League, con la risposta dei club alla proposta di abolizione dello strumento tecnologico da parte del Wolverhampton (19 contrari e 1 favorevole), la strada è quella del miglioramento e non dell’eliminazione del Var. Lo stesso Rocchi, quando venne approvato, non fece i salti di gioia, anzi: “Quando ho saputo della sua introduzione non ero contento – ha rivelato -, mi dava già fastidio quando mi facevano notare un errore dopo la partita. Dopo la prima volta in cui sono andato al Var, é stata una liberazione. Ora mi arrabbio con i più giovani che si lamentano e non capiscono i suoi vantaggi”.
Il mondo degli arbitri si apre verso l’esterno
Anche se Rocchi è un personaggio divisivo, come spesso succede a chi deve prendere decisioni o chi guida la classe arbitrale, è innegabile che molti passi avanti siano stati fatti. Uno di questi è stato l’introduzione di Open Var, la rubrica in cui lo stesso designatore interviene in diretta, su Dazn al termine delle partite, per ricostruire gli episodi arbitrali più interessanti e discussi sui campi della Serie A: “Devo dire grazie a DAZN e alla Lega. Oper VAR ha permesso a noi arbitri di aprire il nostro mondo. È stata una esperienza positiva, abbiamo fatto un lavoro sotto l’aspetto comunicativo e oggi faccio selezione in base a questo. Ed é una cosa che devono sapere i ragazzi che vogliono fare gli arbitri a cui dico di studiare, visto che bisogna parlare davanti a decine di spettatori in diretta, sapendo che poi quell’audio sarà ascoltato da milioni di persone”. Una svolta epocale, almeno fino all’introduzione del Var a chiamata: che alleggerirà il lavoro degli arbitri e degli assistenti e responsabilizzerà quello di calciatori e allenatori.