Nella primavera del 2022, ai tempi del comunicato di Istanbul, che avrebbe potuto costituire la base di un trattato di pace tra Russia e Ucraina, Kiev e Mosca non riuscirono ad accordarsi “perché gli ultimatum non sono negoziati”. Lo dice il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, rispondendo ad una domanda al termine del summit per la pace di Buergenstock, in Svizzera.
Nell’aprile scorso su Foreign Affairs Samuel Charap e Sergey Radchenko hanno documentato come Mosca e Kiev fossero arrivati, all’epoca, molto vicini a chiudere un accordo che avrebbe posto fine al conflitto alcune settimane dopo l’avvio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina. Putin, ricorda Zelensky, “è arrivato con i carri armati, ha circondato la nostra capitale” e le truppe russe hanno commesso “atrocità” come quelle di Bucha, scoperte e rivelate al mondo nell’aprile 2022. Gli “ultimatum” che Putin impose allora, continua Zelensky, “non sono molto diversi dalle proposte di due giorni fa. Putin non ha proposte, ha solo ultimatum, che gli danno l’opportunità di fare una pausa”. Gli accordi di Minsk “erano una pausa per preparare l’invasione”. Putin ha bisogno di “pause”, anche perché “ha perso il suo esercito bene addestrato” e quindi gli occorre tempo per riorganizzarsi, conclude.
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2024-06-16 14:32:00 ,