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A novembre del 2022 la cittadinanza mondiale ha superato gli 8 miliardi di persone, un traguardo demografico impressionante, nel bene e nel male. Se da un lato, come si legge nell’introduzione dell’ultimo rapporto dell’UNFPA, il fondo dell’Onu per le politiche demografiche, questo potrebbe apparire come un “segnale che le persone vivono di più, sono più sane e godono di diritti e libertà di scelta come mai prima nella storia dell’ umanità”, dall’altro i dati disaggregati ci raccontano una storia diversa.
Demografia è destino
E mentre il dibattito pubblico finisce talvolta per polarizzarsi tra chi sostiene che siamo troppi e chi invece troppo pochi, le condizioni ideali per poter creare davvero un futuro giusto e sostenibile escono dall’inquadratura.
Secondo l’UNFPA, rispondere all’incertezza dovuta al cambiamento climatico, alle pandemie e alle guerre continuando a concentrarsi ossessivamente sulle dinamiche demografiche come se fossero l’unico problema (e l’unica soluzione) sul piatto finisce solo per distrarci da problemi più seri, ma risolvibili.
Questo naturalmente non significa che gli indicatori demografici non contino nulla. Al contrario il numero di abitanti del pianeta ha impatti rilevanti sulle relazioni sociali, culturali, economiche e politiche e sul livello di consumo delle risorse; ma il report dell’UNFPA invita provocatoriamente e chiederci se ci stiamo facendo davvero le domande giuste.
Donne e politiche demografiche
Forse…
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di Elena Esposto
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2024-06-18 14:52:46 ,