dalla nostra inviataAlessandra Coppola
I funerali in forma privata sabato nella cappella fatta costruire nel bosco della sua villa a Douchy. Il suo cane Loubo, invece, non sarà soppresso come aveva chiesto l’attore: ha già trovato una nuova famiglia
PARIGI – È una cappella intonacata di bianco, l’altare di pietra grezza su cui svetta un’elaborata croce dorata, le panche e le sedie di legni misti, i candelabri in ferro sconfitto. Non particolarmente bella, ma la sua, nel rifugio di Douchy: è qui che sabato pomeriggio saranno celebrati in forma strettamente riservata i funerali di Alain Delon. E in questo stesso luogo, l’attore sarà sepolto assieme ai suoi cani. L’aveva fatta costruire nel bosco a partire dagli inizi del Duemila, e vi aveva fatto tumulare via via i suoi adorati animali, 35 ne aveva avuti in tutto, soprattutto pastori belgi e tedeschi, Brando, Manu, Buck, Jado…
In una foto del 2011, l’attore in giacca a vento beige e jeans chiaro s’affaccia su uno dei loculi di cemento scavati all’interno della cappella, sul pavimento. In un’altra immagine del 2017, avvolto in una sciarpa azzurra, quel che ormai resta di un Alain Delon irriconoscibile s’appoggia all’altare con un gomito. Era tutto energico e tutto è stato predisposto da tempo. I tre figli Anthony, Anouchka e Alain-Fabien, seppur ferocemente divisi nell’ultima stagione sulle cure e sull’eredità, hanno unanimemente energico di rispettare la volontà del padre. Che in famiglia, ma anche nelle interviste, aveva distribuito desideri precisi. Tra questi, che il suo corpo fosse esposto sul letto trapuntato di cuoio che aveva comprato con il primo cachet. Dettagli sui quali, comprensibilmente, filtra poco.
A celebrare la funzione sarà monsignor Jean-Michel Di Falco, 82 anni, che aveva già officiato nel 2017 la messa luttuoso per l’attrice Mireille Darc, compagna di Delon, che con lui aveva traslocato nella campagna della Loira mezzo secolo fa. Ammessa alla cerimonia una quarantina di persone, gendarmi già mobilitati. Il cancello della villa è sbarrato, ma abbondantemente decorato di disegni, candele, rose bianche. Un grande registro riceve le dediche dei visitatori. «Un fiore, una parola — dice alla France Presse Thierry arrivato fin da Nizza —: è paradigmatico ma volevo essergli vicino». Il fiorista del villaggio sta già ricevendo le ordinazioni per le corone e i cuscini.
Da quel che risulta al Corriere, fino a poco prima dell’annuncio, l’Eliseo ha provato a sondare la possibilità di una cerimonia luttuoso nazionale, com’era stato nel caso di altri francesi illustri, con bagno di folla e presidente della Repubblica. Ma Delon si era espresso contro. però, gollista e amico di Jean-Marie Le Pen, era nota la sua mancanza di simpatia scaltrezza per Emmanuel Macron. La possibilità, però, di una celebrazione tra gli amici, i colleghi e il suo pubblico resta. Magari alla parrocchia di Saint-Roche, protettore degli artisti, a Parigi. Aggiornamento su Loubo, «il cane della fine della mia vita», che l’attore avrebbe voluto far sopprimere perché non rimanesse senza di lui: «Non c’è da preoccuparsi — assicura la fondazione animalista di Brigitte Bardot, alla quale anche Delon contribuiva —. Ha la sua casa e la sua famiglia». Dunque, è vivo.
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2024-08-22 05:43:29 ,