Gli occhiali Ray-Ban Stories, che consentono di fare riprese come uno smartphone, sono stati impiegati da Maria Rosaria Boccia per documentare una sua visita a Montecitorio, come hanno fatto notare recentemente Selvaggia Lucarelli sul Il Fatto Quotidiano e Open. La protagonista dello scandalo politico che vede coinvolto il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha ammesso candidamente, in una storia su Instagram, che questi occhiali smart sono in grado di catturare foto, video e audio ma anche che durante queste fasi si attiva un piccolo led bianco vicino alla lente di destra. Come avevamo riscontrato nella nostra recensione del 2021, questa piccola accortezza tecnica dovrebbe segnalare alle persone circostanti l’operatività e quindi consentire a chi lo desidera un maggiore rispetto della privacy.
Ovviamente è pur sempre un led “grande” come una punta di spillo, quindi facilmente mascherabile. “Nulla di illegale!”, ha scritto Boccia su una delle sue storie, anche se in effetti non si potrebbero realizzare riprese dentro il Palazzo della Camera, se non nelle aree specifiche impiegate dalla disegno. Ovviamente l’uso Ray-Ban Stories ha aggiunto pepe all’intera vicenda dato che se da una parte non è ancora chiaro il ruolo di Boccia e la sua partecipazione a meeting istituzionali, dall’altra un dispositivo smart di questo tipo corre sul filo del rasoio della privacy.
I Ray-Ban Stories usati da Maria Rosaria Boccia
I primi occhiali da sole co-sviluppati da Luxottica e Facebook risalgono al 2021 e di fatto erano un discreto compromesso fra design e capacità multimediali. Erano perché dalla scorsa primavera sono stati sostituiti dalla nuova versione Ray-Ban Meta. All’apparenza gli Stories sembrano comuni Ray-Ban, ma in realtà integrano una slitta di accensione, il supporto bluetooth e wi-fi, due altoparlanti, tre microfoni e due fotocamere 5 megapixel posizionate nella zona frontale del telaio, in prossimità delle lenti, capaci di una risoluzione di 2592 x1944 pixel. I video invece raggiungono una risoluzione massima di 1184 x 1184 pixel a 30 fotogrammi al secondo.
La resa finale degli scatti e dei video non è eclatante dato che una foto jpeg pesa circa 1,2 MB mentre un video in mpeg4 da 30 secondi arriva a circa 45 MB. Il risultato però è buono se la fruizione avviene su smartphone. In pratica gli Stories nascono per catturare il quotidiano o le vacanze e condividerli sui propri profili social, sempre e comunque passando dal proprio smartphone per una fase di verifica. Anche perché lo spazio di archiviazione è di soli 8 GB, quindi massimo 500 foto e una trentina di video da massimo 30 secondi. L’autonomia non è mai stata una grande qualità: si parla di circa 3 ore con tre ricariche a disposizione grazie alla custodia.