Una sentenza che mette la parola fine a otto anni di braccio di ferro tra l’Unione europea e Apple. Come riporta l’agenzia Reuters, il 10 settembre la Corte di giustizia dell’Ue ha dato ragione alla Commissione europea, che nel 2016 aveva imposto al colosso di Cupertino di pagare 13 miliardi di euro di tasse arretrate all’Irlanda, come parte di una stretta sulle agevolazioni fiscali concesse alle big tech da alcuni paesi del vecchio continente.
In particolare, secondo l’esecutivo comunitario la società californiana aveva beneficiato di due ruling fiscali nell’arco di più di vent’anni che avevano ridotto sensibilmente il suo carico di tasse da pagare, portandole nel 2014 a toccare l’irrisoria quota dello 0,005%. Secondo Apple, tale richiesta delle autorità comunitarie di regolamentazione della concorrenza non era proporzionata. Posizione, quest’ultima, condivisa anche dall’Irlanda, che proprio delle basse aliquote fiscali ha fatto nel tempo un mezzo per attrarre gli investimenti delle multinazionali.
Nella sentenza, la Corte di giustizia “conferma la decisione della Commissione europea del 2016: l’Irlanda ha concesso ad Apple un aiuto illegittimo che l’Irlanda è tenuta a recuperare“. Apple ha espresso delusione per la sentenza, che è definitiva e non può essere impugnata: “La Commissione europea – hanno affermato da Cupertino – sta cercando di cambiare retroattivamente le regole e ignora che, come richiesto dal diritto fiscale internazionale, il nostro reddito era già soggetto a tasse negli Stati Uniti”.
I fatti
Nel 2016, la Commissione europea accusò Apple di aver parcheggiato in Irlanda i ricavi ottenuti tra il 2003 e il 2014 in Europa, Africa, Medio Oriente e India, beneficiando di importanti. Tale misura era stata ritenuta un “aiuto di stato illegale incompatibile con il mercato interno” e aveva portato a un’ingiunzione verso Dublino per procedere al recupero del totale evaso.
Dopo il ricorso presentato dall’Irlanda e da Apple, nel 2020 una sentenza della Corte generale aveva annullato la decisione della Commissione, affermando come non fosse stata in grado di dimostrare l’esistenza di tali vantaggi fiscali e bloccando il pagamento dei 13 miliardi. L’esecutivo si era quindi rivolto alla Corte di giustizia per chiedere l’annullamento della sentenza, ottenendo parere positivo nel novembre del 2023.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2024-09-10 10:31:29 ,