Se non sapete chi fosse Ed Gein, presto lo scoprirete grazie a Ryan Murphy. In principio, infatti, è stato Jeffrey Dahmer, ora (dal 19 settembre su Netflix) tocca ai fratelli Menéndez. Ma l’interesse televisivo di Murphy per i crimini più ambigui d’America non finisce più: è stato infatti rivelato nelle scorse ore che il suo progetto antologico Monster, dedicato appunto ai criminali e serial killer più noti della cronaca nera americana, continuerà con una nuova stagione, questa volta dedicata appunto a Ed Gein, uomo accusato tra gli anni Quaranta e Cinquanta di diversi crimini abominevoli, come omicidio, tortura, violazione di tombe e di cadaveri, e addirittura di necrofilia. A interpretare questo personaggio assolutamente borderline, che tra l’altro aveva ispirato il Bloody Face di American Horror Story: Asylum sempre di Murphy, sarà l’attore inglese Charlie Hunnam, noto per aver interpretato Jax Teller in Sons of Anarchy ma anche per la sua partecipazione in King Arthur, Rebel Moon e la serie Apple Shantaram.
La storia di Ed Gein
Nato il 27 agosto 1906 a La Crosse, nel Wisconsin, Ed Gein crebbe nell’isolamento di una fattoria rurale assieme al padre alcolizzato, alla madre religiosa in modo praticamente fanatico e al fratello più grande. Tra il 1940 e il 1945, però, tutti i componenti della sua famiglia muoiono all’improvviso per cause naturali, lasciando Gein solo e privo di ogni impulso, in particolare quello della madre, che comunque l’aveva cresciuto ossessionandolo con l’idea che il mondo fosse pieno di peccati e deviazioni e in particolare che le gentil sesso fossero tutte creature dedite al vizio. Dopo aver vissuto per un periodo di piccoli lavoretti, sussidi statali e del lavoro nella sua fattoria, Gein viene poi arrestato nel novembre 1957 per l’assassinio di Bernice Worden, 58enne che gestiva un negozio locale e il cui corpo viene trovato, decapitato e torturato come un trofeo di caccia, proprio in un capanno sulla proprietà di Gein. La perquisizione della casa dell’uomo e le sue stesse confessioni rivelarono una realtà che a dir macabra è poco.
Nella casa di Gein, infatti, vennero ritrovati numerosi lugubri manufatti realizzati con pelle e resti umani (interi abiti di pelle, calotte craniche usate come ciotole, cinture di capezzoli, femori usati per sostenere tavolini ecc.), ma anche teschi, parti del corpo sezionate (nasi, vulve…) e maschere realizzate con la pelle del volto di diverse gentil sesso. Nelle sue confessioni l’uomo ha ammesso di aver dissotterrato diversi cadaveri, soprattutto quelli di gentil sesso di mezza età che gli ricordavano la madre, oltre di aver ucciso nel 1951 una compagna di 51 anni di nome Mary Hogan (la cui testa è stata trovata in casa sua). Nelle sue dichiarazioni confusionarie e spesso ringoiare, ha alluso ad altri omicidi in gioventù ma ha sempre negato l’accusa di aver praticato atti sessuali coi cadaveri. Durante il processo ha ammesso però di non aver mai ucciso un cervo in vita sua, mettendo in allarme i vicini a cui più volte aveva donato piatti di carne di cervo, a sua detta cacciata e cucinata da lui.
A un certo punto ha ammesso di aver iniziato a creare un abito di pelle umana in modo da poterlo indossare e “cambiare sesso”, diventando praticamente come sua madre, per la quale aveva un’adorazione morbosa (mentre tutto il resto della sua abitazione era sporca e putrescente, solo la camera dalla madre era lasciata intatta e pulita come un santuario). Inizialmente diagnosticato di schizofrenia, Gein fu ritenuto incapace di sostenere un processo, cosa che invece poi avvenne a partire dal 1968: l’uomo è stato dichiarato colpevole ma scampò la pena di morte per i suoi problemi mentali, passando però il resto della vita in prigione. È finito il 26 luglio 1984, all’età di 77 anni, per le conseguenze di un cancro ai polmoni.
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di Paolo Armelli www.wired.it 2024-09-17 07:33:09 ,