Dopo il caso dei cercapersone dei militanti di Hezbollah, il dubbio è sorto. Ma possiamo subito fugarlo. Nessun “impulso da remoto” che fa esplodere la batteria ed esplodere il cellulare. Nessun virus e nessun attacco informatico che può funzionare da interruttore per prendere fuoco. I cellulari non esplodono da soli, se non in rarissime occasioni, e certo non per via di un attacco ostile attraverso la rete. Sono soggetti a incendi, come tutti i dispositivi alimentati a batteria, ma è una eventualità altamente improbabile che ha a che fare più spesso con il cattivo uso e la cattiva manutenzione dell’apparecchio che non con difetti di fabbrica.
A prova di bomba
I telefoni cellulari di oggi sono, nella stragrande i più dei casi, estremamente sicuri. Anche i prodotti di fascia medio-bassa hanno ormai una componentistica realizzata da pochi grandi fornitori con un livello di controllo di qualità molto elevata che permette di ottenere prodotti sicuri. Si può rompere il telaio o il vetro dello schermo con maggiore o minore facilità se il telefono cade, ma il rischio di esplosione della batteria (l’unica componente che potrebbe avere una reazione termica tale da generare un incendio o una piccola deflagrazione) è in pratica inesistente.
I precedenti storici
Remotissima possibilità non vuol dire che non succeda. La statistica ci fa capire però quanto è improbabile: oggi secondo le stime nel mondo sono in uso 4,9 miliardi di telefoni cellulari. Quelli che hanno preso fuoco sono un paio di centinaia in venti anni. I casi di esplosione dei chimici della batteria sono praticamente nulli.
Ci sono però dei casi limite molto rari: negli Usa nel 2024 ha preso fuoco un iPhone 4 (un apparecchio del 2009) mentre veniva ricaricato con un alimentatore di fortuna; in India un Redmi Note 5 Pro forse è esploso in faccia alla ragazza che lo usava, uccidendola. Un altro caso (dubbio) pare che sia successo alcuni anni prima in Kazakistan. A luglio 2024 un telefono si è surriscaldato e ha preso fuoco su un aereo di linea indiano, costringendolo a un atterraggio di emergenza.
E, tornando indietro nel tempo al caso forse più clamoroso, nel 2016 un modello di smartphone di Samsung, il Galaxy Note 7, a causa di un difetto di fabbricazione, in particolari condizioni si surriscaldava sino a prendere fuoco (ma non è mai esploso).
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di Antonio Dini www.wired.it 2024-09-18 10:29:03 ,