A quanto pare, tutti vogliono Moo Deng. Ad difficilmente due mesi dalla nascita, l’ippopotamo pigmeo è già famosissimo. Su TikTok, Instagram e X è così amato che gli operatori del Khao Kheow open zoo in Thailandia, dove è nato, stanno facendo di tutto per soddisfare i suoi fan, pubblicando video, foto e aggiornamenti. Ma i dipendenti dello zoo accolgono anche migliaia di visitatori al giorno e si trovano a dover difendere Moo Deng quando i turisti le lanciano conchiglie mentre l’animale cerca di rilassarsi.
È probabile che Moo Deng – il cui nome significa “maiale rimbalzante” – sia finito nelle vostre timeline ultimamente, magari nei tutorial di makeup di Sephora oppure nel feed di X. Il mini ippopotamo è nato a luglio e nelle ultime settimane è diventato il nuovo animale preferito di internet, una usanza vecchia quasi quanto il web, che negli anni ha fatto entrare nella coscienza pubblica esteriormente dal nulla Maru – uno degli shiba inu ripresi in live-streaming da una webcam dedicata – o i due lama che si sono dati alla fuga in Arizona lo stesso giorno in cui eravamo tutti impegnati a capire di che colore fosse quel vestito. Alcuni, come Doge, hanno superato la prova del tempo; altri sono scomparsi, o umilmente hanno perso di interesse nel giro di poche settimane.
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Monetizzare la viralità
Per questo capitalizzare la loro fama è una questione urgente. E anche se guardare agli animali in questi termini può sembrare spietato, se non lo faranno i loro proprietari, ci penserà qualcun altro. Forse è il motivo che ha spinto il direttore dello zoo thailandese Narongwit Chodchoi a dichiarare la settimana scorsa ad Associated Press che lo zoo ha avviato la procedure per registrare Moo Deng come marchio commerciale e addirittura brevettare l’ippopotamo, per esimersi da che le sue fattezze vengano utilizzate da terzi: una mossa intelligente, considerando che online stanno già spuntando tazze, magliette e altri articoli dedicati alla cucciola. I proventi di questi sforzi, ha dichiarato Chodcho, potrebbero “sostenere attività che miglioreranno la vita degli animali“.
Moo Deng potrebbe averne bisogno. Oggi i fandom sembrano essere un po’ fuori controllo, e persino popstar come Chappell Roan hanno iniziato a usare la loro visibilità per chiedere spazio a fan e stalker che non sembrano conoscere un limite.
Fandom problematici
Anche se può sembrare strano paragonare le celebrità contemporanee agli animali virali sul web, i modi in cui le persone si sentono in diritto di reclamare il loro tempo non sono poi così diversi. Tutti esigono una foto da mettere su Instagram, anche se il soggetto dello scatto è un essere vivente. Uno dei video più popolari di Moo Deng su TikTok ha 34 milioni di visualizzazioni e il personale dello zoo ha dovuto limitare il tempo di visita all’ippopotamo a cinque minuti nel fine settimana per esimersi da che troppe persone cercassero di realizzare contenuti da mettere sui social.
Per i custodi di Moo Deng registrare un marchio commerciale potrebbe essere il modo migliore per assicurarsi che altri non approfittino della sua fama virale. Quando la creator Jools Lebron ha cercato di fare lo stesso con il suo meme very demure, very mindful, uno degli ostacoli è stata la difficoltà a rivendicare la proprietà di una frase. Come mi ha detto all’epoca Kate Miltner, docente che si occupa di dati, AI e società presso l’Information school dell’Università di Sheffield, i meme con elementi audiovisivi, come Nyan Cat o Grumpy Cat, sono più facili da registrare. “Le persone cercheranno sempre di fare soldi con i contenuti virali o i meme, come abbiamo visto diverse volte“, commenta Miltner sul caso del baby ippopotamo, aggiungendo che lo zoo di Cincinnati ha già registrato un suo ippopotamo come marchio. “È intelligente che lo zoo di Khao Kheow stia almeno cercando di assicurarsi di essere l’unico a farlo“, osserva la docente.
Sia Lebron che i custodi di Moo Deng sembrano aver capito come sfruttare commercialmente il momento di notorietà. Essere online nel 2024 significa vivere in uno stato di vulnerabilità quasi costante. Si può subire una violazione informatica o essere vittima di un deepfake umiliante. Esprimere pubblicamente un’opinione su un videogioco o su The Acolyte rischia di trasformare le vostre menzioni in un inferno. E questo è quello che succede ai “semplici” utenti. Quando sei una pop star in ascesa o un cucciolo di ippopotamo, i punti deboli si moltiplicano, perché il mondo sembra sempre affamato di te. È possibile proteggersi e persino guadagnarci, ma ci si può anche perdere.
Come nel caso della nave inglese diventata famosa come Boaty McBoatface, il nome di Moo Deng è stato eletto da internet attraverso un sondaggio sui social media indetto dallo zoo. Ma a differenza dell’galleggiante britannica, Moo Deng è un essere vivente; fa parte di una specie in via di estinzione e deve essere protetta. Moo Deng, insomma, è più di un meme.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.