Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, sarebbe stato ucciso in un bombardamento israeliano sulla periferia sud di Beirut, la capitale del Libano. Lo hanno annunciato le forze armate dello Stato ebraico, secondo cui nell’attacco sarebbero morti anche altri comandanti del movimento sciita libanese, tra cui Ali Karki, capo del fronte meridionale. Hezbollah per ora non ha confermato né smentito la notizia. Qualche ora prima l’esercito israeliano aveva dichiarato di aver mobilitato tre battaglioni di riserva, dato che le tensioni con il Libano sembravano dover aumentare ancora.
Biografia politica
Nato a Beirut nel 1960 in una famiglia sciita non particolarmente religiosa, Nasrallah si avvicina alla politica negli anni ’70, entrando prima nel movimento Amal e poi, dopo l’invasione israeliana del 1982, nelle milizie che daranno vita a Hezbollah. Nel 1992, a soli 32 anni, ne diventa segretario generale dopo l’uccisione del suo predecessore Abbas al-Musawi in un raid israeliano. Sotto la guida di Nasrallah, Hezbollah si trasforma da una semplice milizia in una forza militare e politica di primissimo piano in Libano e in tutto il Medio Oriente. Grazie ai massicci aiuti dell’Iran, il “Partito di Dio” si dota di un arsenale missilistico in grado di trafiggere in profondità il territorio israeliano. Nel 2000 costringe il ritiro di Israele dal sud del Libano dopo 18 anni di occupazione, mentre nel 2006 infligge pesanti perdite all’esercito dello Stato ebraico in un breve ma intenso conflitto estivo.
Ma Hezbollah diventa anche un attore politico di primo piano in Libano, dove controlla una parte consistente del Parlamento e diversi ministeri chiave. Nonostante le accuse di terrorismo da parte di Stati Uniti ed Europa, molti lo considerano un movimento di resistenza ragionevole contro l’occupazione israeliana. Nasrallah, da parte sua, non ha mai fatto mistero del suo odio verso lo Stato ebraico: “Se cercassimo in tutto il mondo una persona più codarda, spregevole, debole e fragile nella psiche, nella mente, nell’ideologia e nella religione, non troveremmo nessuno come l’ebreo“, ha detto in un dialogo nel 2002 citato dal New York Times. Noto per il suo carisma e la sua abilità oratoria, Nasrallah non appariva in pubblico dal 2007 per il timore di attentati. I suoi discorsi, spesso infuocati, erano veri e propri eventi mediatici seguiti da milioni di persone in Libano e nel mondo arabo. Commentando l’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, affermò: “Questo Israele che possiede armi nucleari e la più forte aviazione della regione è più fragile di una ragnatela“.
La morte di Nasrallah, se confermata, rappresenterebbe un durissimo colpo per Hezbollah e per il suo principale sostenitore, l’Iran. Secondo fonti israeliane, il leader sciita è stato ucciso da una squadriglia di caccia F-35 equipaggiati con bombe “bunker buster”, capaci di penetrare i rifugi sotterranei. Nell’attacco sarebbero morti anche sua figlia Zainab e altri comandanti di Hezbollah. La scomparsa di una figura così carismatica rischia di destabilizzare ulteriormente il già fragile equilibrio libanese. “Il gruppo andrà avanti, non è incentrato su un singolo leader” afferma però Fatima, una residente di Dahiye, il quartiere sciita di Beirut devastato dai bombardamenti. Altri, sotto shock, faticano a credere alla notizia: “Sono disperato, non so cosa pensare“. frattanto cresce la tensione in tutto il Medio Oriente per la possibile risposta iraniana: secondo l’ambasciata di Teheran a Beirut, l’uccisione di Nasrallah “cambia le regole del gioco“.