Un semplice chiodo ha mandato in tilt l’Alta velocità di Roma e i treni in Italia. Quello che doveva essere un intervento di manutenzione ordinaria si è trasformato in un incubo per migliaia di passeggeri, con ritardi fino a 160 minuti e decine di treni cancellati. L’incidente, avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 ottobre 2024, ha messo in luce le fragilità dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e riacceso il dibattito sulla necessità di un “cambio di rotta” nella gestione della rete.
L’effetto domino
L’incidente è avvenuto intorno alle 3 del mattino, quando una ditta esterna incaricata della manutenzione ha inavvertitamente danneggiato un cavo elettrico decisivo nel nodo ferroviario di Roma. “Un chiodo piantato male durante un regolare intervento di manutenzione ordinaria ha mandato in tilt le ferrovie italiane”, riporta Today Roma. Il danno, in apparenza banale, ha innescato una reazione a catena che ha paralizzato l’intera rete nazionale.
Il cavo danneggiato alimentava una cabina elettrica fondamentale per il funzionamento della circolazione nel nodo di Roma. Nonostante la presenza di sistemi di backup, qualcosa è andato storto. Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), ha spiegato: “La cabina di per sé ha una dotazione che le consente di supplire al primo malfunzionamento. Ma in realtà all’interno della stessa cabina, come detto, qualcosa si è bloccato. E questo è tuttora oggetto di ulteriori approfondimenti”.
Il sistema ha continuato a funzionare grazie alle batterie di emergenza fino alle 6:30, quando si sono esaurite. A quel punto, è scoppiato il caos. La circolazione dei treni si è praticamente fermata, con ripercussioni immediate su tutto il territorio nazionale. Secondo i dati forniti da Trenitalia, sono state cancellate 35 corse dell’Alta Velocità e degli Intercity, altre 40 hanno subito una parziale cancellazione e ulteriori 54 hanno avuto ritardi superiori a 60 minuti.
Ma come rivela Il Post, dietro al singolo errore umano si celano falle ben più gravi nei sistemi di sicurezza. A partire dal guasto al gruppo di continuità che avrebbe dovuto garantire l’alimentazione elettrica di emergenza. Entrato in funzione alle 3 del mattino dopo il black out, si è spento faticosamente tre ore dopo per cause da accertare. Lasciando la stazione al buio fino all’alba. “Una circostanza rara”, minimizzano i tecnici di Rfi, che puntano il dito contro la ditta appaltatrice: “Eventi come questi non devono accadere”, tuona l’Ad Gianpiero Strisciuglio annunciando la sospensione del contratto. Mentre il ministro Salvini chiede i danni.
Gli effetti del guasto
L’impatto dell’incidente è stato ingente. Alla stazione Termini di Roma, cuore nevralgico del sistema ferroviario italiano, si sono registrati ritardi fino a 160 minuti per i treni dell’Alta Velocità. I pendolari si sono trovati bloccati nelle stazioni o a bordo di treni fermi, con scarse informazioni e senza alternative valide per raggiungere le proprie destinazioni. Le ripercussioni economiche sono state altrettanto significative. Secondo le stime riportate da La pubblicazione, i danni causati dall’incidente ammonterebbero a una cifra compresa tra i 20 e i 40 milioni di euro. Una parte di questi costi dovrà essere sostenuta da Trenitalia, che ha già annunciato misure di rimborso per i passeggeri colpiti dai ritardi.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-03 15:33:48 ,