C’è un giallo nascosto nella quarta stagione di Only murders in the building. Gli indizi sono sottili, e un’indagine accorta potrebbe scagionare il sospettato. Ma la domanda, per ora, è questa: la serie tv targata Disney+ sta diventando anti-woke?
Forse ci siamo calati eccessivo nel clima da detective dilettanti che ha fatto la fortuna del murder mistery con Selena Gomez (nei vestiti di Mabel), Steve Martin (Charles) e Martin Short (Oliver). Ma seguiamo comunque il loro procedimento e prepariamo una bella bacheca con tutti gli indizi. Attenzione, gli spoiler sulla trama sono ridotti al minimo, ma c’è qualche anticipazione sui personaggi e le situazioni della quarta stagione.
Indizio 1: the Brothers sisters
Sono le due sorelle registe che vogliono girare un film tratto dal podcast dei nostri eroi. Il loro cognome (Brothers, fratelli) è al servizio di una battuta che non fa ridere, neanche in lingua originale, dove si gioca sulla confusione tra fratelli e sorelle. Con il beneficio del dubbio, immaginiamo che gli sceneggiatori vogliano strappare una risata agli spettatori dinanzi alla faccia confusa di Charles e Oliver, quando incontrano le sorelle per la prima volta. E che dietro alla curiosa scelta del cognome ci sia una citazione colta del film western “I fratelli Sisters” o un riferimento all’abbondanza di coppie di fratelli nel mondo del cinema. Vestendo invece i vestiti di detective da podcast, temiamo che gli sceneggiatori vogliano far ridere dinanzi all’ambiguità delle due sorelle Brothers, e che la frecciatina sia rivolta alle sorelle Wachowski. Ma per ora restiamo nel campo della pura speculazione.
Indizio 2: con il maschile è più semplice
Charles immagina la ricostruzione di un atrocità, calandosi nei vestiti del killer. Nell’esposizione, si riferisce al killer come a “lui o lei”, stancandosi però ben presto della ripetizione: posso continuare con il (pronome) maschile generico, chiede Charles agli ascoltatori. Sarebbe più semplice! Benissimo, nessun problema. Probabilmente gli sceneggiatori non volevano implicare il sesso dell’assassino. E non volevano articolare tutto il monologo continuando a ripetere “lui, o lei”. Ma in inglese si può (e si dovrebbe) usare il “they” generico per la terza persona, quando non si conosce il sesso del soggetto. E considerando l’importanza del dibattito sui pronomi negli Stati Uniti (di ben altra portata rispetto a quanto accada in Italia), è difficile immaginare che gli sceneggiatori abbiano compiuto una scelta simile senza esserne quantomeno consapevoli.
Indizio 3: la pistola fumante
Un personaggio ricorrente di questa stagione (non vi diciamo chi!) impugna una pistola e fa fuoco, pensando sia scarica. I nostri eroi, prontamente, gliela sottraggono. “Le pistole stanno distruggendo la nostra società!”, pontifica il personaggio in questione. Per poi richiedere subito indietro l’arma, dicendo di essersi “stranamente eccitata” e “sentita potente” tenendola in mano. Seguono varie battute su quanto sarebbero più efficaci i suoi discorsi se potesse pronunciarli tenendo in mano la pistola. È uno stereotipo doc della narrativa conservatrice: che i liberali in pubblico critichino e condannino le armi da fuoco, ma sotto sotto, segretamente, le bramino e le desiderino. Se le prove precedenti erano indiziarie, questa è una vera e propria smoking gun.
Indizio 4: poveri maschi bianchi
In un breve cameo, Charles incontra il mitico Scott Bakula. Che si congratula con lui: è bello che un altro vecchietto abbia ribaltato i pronostici, riferendosi all’imminente adattamento cinematografico del podcast di Only murders. In inglese, la frase è più… completa: it was nice to see another white haired, white guy beat the odds. Ovvero: “è bello vedere un altro uomo bianco, coi capelli bianchi, che batte i pronostici”. Davvero, Scott? Finché il tema si fermava alla rappresentazione degli attori anziani nei ruoli da protagonisti a Hollywood, la battuta poteva anche avere un senso. Ma quell’aggiunta di white guy rende il vero significato di questa frase molto chiaro, e in linea con la narrativa anti-woke dei poveri maschi bianchi che non riescono a trovar lavoro a causa delle “quote diversità”.
Indizio 5: diversity o stereotipi?
A proposito, i film e le serie tv prodotte dai giganti dello streaming (incluso Disney+) sono spesso accusate di infilare la diversity a forza in ogni loro prodotto. Only murders in the building non corre di certo questo rischio. Il tema della contrapposizione millennial-vecchie generazioni, implicito nel terzetto di protagonisti, è stato annacquato sin quasi a svanire (e in effetti aveva fatto il suo tempo). Anche gli interessi amorosi di Mabel sono svaniti nel nulla, incluso ogni riferimento alla sua bisessualità e alla storia con Alice (Cara Delavigne). Howard, il vicino gay, è una macchietta, divertente ai fini della storia e astutamente adorabile, ma imbarazzante a livello di rappresentazione. E i nuovi vicini dell’ala west, i “poveri” dell’Arconia, con le salse che ribollono costantemente sui fornelli, i prosciutti appesi in bagno e i modi di fare un po’ inquietanti, sembrano usciti da una delle peggiori rappresentazioni dell’immigrazione italo-latina di qualche decennio fa, con scenette più cringe che divertenti. Anche se siamo sicuri che entro la fine della serie verranno tutti bonariamente riabilitati.
Indizio 6: punta tutto sull’under-80
Qui torniamo nel campo della speculazione pura. Una frase assolutamente innocua che passerebbe inosservata in qualsiasi altra circostanza, ma che ormai non possiamo fare a meno di interpretare in modo distorto, con poca convinzione. Mabel sta parlando della propria carriera con un’influente manager di Hollywood. Quest’ultima, entusiasta delle idee di podcast (improbabili) improvvisate da Mabel, risponde: “la ragazza sotto gli 80 anni, è il cavallo vincente nel lungo termine” (the one you want to bet on, in originale, quello su cui vuoi scommettere). Che strano commento! Di certo si riferisce al confronto tra la millennial Mabel e i presunti ottuagenari Oliver e Charles. E non alla principale argomentazione della campagna repubblicana pre-ritiro di Biden.
Dopo aver messo in fila tutti questi indizi, ci sentiamo un po’ come nel meme delle teorie cospirazioniste, reinterpretato ovviamente con la lavagna dei sospetti di Mabel, Charles e Oliver.