AGI – Dopo gli annunci di Vladimir Putin, sono finalmente arrivati i dati: il vaccino russo Sputnik V è efficace al 91,6% contro le forme sintomatiche di Covid-19.
Ecco dunque un’altra freccia che potrebbe aggiungersi alla faretra contro la pandemia: accolto con molto scetticismo dalla comunità internazionale quando era stato annunciato ad agosto dall’istituto nazionale russo Gamaleia come “il primo vaccino” contro il Covid, lo Sputnik V è -secondo un’analisi dei test clinici pubblicata dalla rivista medica Lancet e validata da esperti internazionali indipendenti- molto efficace.
A novembre i produttori del vaccino avevano sostenuto che era efficace al 92% ma senza produrre numeri. Adesso l’analisi dei dati di 20mila partecipanti al trial di Fase 3, pubblicata sulla prestigiosa rivista medica, suggerisce che la vaccinazione a due dosi offre un’efficacia superiore al 90%.
Il vaccino, che è basato sulla tecnologia del vettore virale (utilizza due adenovirus, il virus comune del raffreddore, manipolato in modo che sia inoffensivo) ed è sostenuto dal Fondo sovrano russo per gli investimenti diretti, viene somministrato in due iniezioni a 21 giorni di distanza; alla vaccinazione non è stato ritenuto associabile nessun evento avverso grave e la maggior parte dei problemi segnalati è stato lieve, sintomi simil-influenzali, un po’ di dolenzia nel posto dell’iniezione, un po’ di debolezza.
Risultati incoraggianti che arrivano in un momento che, almeno per l’Ue, è molto delicato: la pandemia non dà tregua e la campagna di vaccinazione nell’Unione è ostacolata da colli di bottiglia e ritardi nelle consegne.
Il vaccino – che al momento è omologato in 16 Paesi (ex repubbliche sovietiche come Bielorussia e Armenia, alleati come Venezuela e Iran, ma anche Corea del Sud, Argentina, Algeria, Tunisia o Pakistan)- si situerebbe, quanto a efficacia, alla pari con quelli più quotati, i farmaci prodotti da Pfizer/BioNTech e Moderna (che sono intorno al 95%).
Inoltre se i vaccini di Pfizer/BioNTech e Moderna si conservano a temperature molto base, rispettivamente a -70 e -20 gradi Centigradi, lo Sputnik V può mantenersi tra i 2 e gli 8 gradi.
Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha già detto che “tutti i vaccini vanno bene” se ottengono il via libera dell’Ema; e ha aggiunto di averne parlato con il presidente Vladimir Putin.
Del resto, la Germania si era già offerta di assistere la Russia nel processo di candidatura all’agenzia europea del farmaco; e Berlino studia anche la possibilità di produrlo in Germania: sta cercando un partner tedesco per lavorare a una potenziale produzione congiunta del vaccino per i tedeschi.
La notizia arriva mentre invece si allunga invece la lista dei Paesi che ritengono inadatto il vaccino AstraZeneca per gli over 65. Dopo l’Italia (che in realtà lo sconsiglia dopo i 55), anche le autorità sanitarie francesi hanno raccomandano di somministrarlo solo alle persone di età inferiore ai 65 anni.
E la Francia è solo l’ultimo dei diversi Paesi europei che – come Germania, Italia, Polonia e Svezia- che hanno esortato a inoculare i sieri di Pfizer e Moderna agli anziani e riservare ai più giovani le dosi del vaccino AstraZeneca.