L’attacco dell’Iran del primo ottobre è stata un’occasione per testare la reattività della difesa di Israele nei confronti delle minacce esterne. Attraverso Arrow. Se il precedente attacco iraniano, avvenuto nell’aprile scorso, aveva messo in luce le enormi potenzialità di Teheran nel settore dei droni, quello di pochi giorni fa è stato caratterizzato da una copia di missili balistici, intercettati in gran parte dai sistemi di difesa israeliani. Per difendersi, Israele ha fatto ricorso al suo complesso sistema di difesa aerea per contrastare i circa centottanta missili lanciati dal nemico.
Nel caso della difesa israeliana, i diversi elementi del sistema vengono utilizzati per subire minacce differenti: il paese dispone di vari dispositivi, ciascuno progettato per intercettare missili in arrivo a diverse altitudini e distanze. Iron Dome è sicuramente il più noto tra gli strumenti di Israele ed è progettato per intercettare minacce a corto raggio, a una distanza compresa tra i quattro e i settanta chilometri dal punto di lancio. A fare la differenza nell’attacco iraniano, però, sono stati i sistemi Arrow 2 e Arrow 3, che difendono da missili balistici a medio e lungo raggio, fino a una distanza massima di oltre duemila chilometri.
Come funziona il sistema Arrow
Gli intercettori a lungo raggio Arrow-2 e Arrow-3, sviluppati da Israele con in mente la minaccia missilistica iraniana, sono progettati per subire le minacce dentro e fuori l’atmosfera. Il successo israeliano è stato possibile grazie alle caratteristiche tecniche di questo sistema, costituito da due tipi di intercettori. L’Arrow 3 intercetta le minacce al di fuori dell’atmosfera ad alte altitudini, mentre l’Arrow 2 opera a quote inferiori, sia all’interno che all’esterno dell’atmosfera.
Il funzionamento di Arrow è molto lineare: il radar acquisisce le minacce e può interoperare con altri sistemi, fornendo dati al centro di intimazione e controllo, che calcola un piano di difesa e il punto di intercettazione previsto. L’intercettore viene quindi lanciato verso questo punto, acquisisce autonomamente il suo bersaglio e intercetta la minaccia. “Ogni missile balistico è stato rilevato dal radar. Poi, in base alla sua traiettoria, è stato immediatamente progettato un piano di lavoro specifico per l’intercettazione”, ha spiegato Boaz Levy, amministratore delegato di Israel Aerospace Industries, l’azienda statale che si occupa del progetto.
Il lavoro sul sistema è iniziato dopo la Prima guerra del Golfo nel 1991, quando l’Iraq ha lanciato decine di missili Scud di fabbricazione sovietica verso Israele, entrando in servizio nel 2000. I suoi missili viaggiano a nove volte la velocità del suono e può assestare fino a quattordici obiettivi contemporaneamente. L’Arrow 2 è stato utilizzato in combattimento per la prima volta nel 2017, per abbattere un missile superficie-aria siriano. Il sistema ha visto ovviamente un aumento dell’attività dal 7 ottobre 2023, contrastando minacce provenienti da varie direzioni, incluso lo Yemen.