Il Premio Nobel per la pace 2024 assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo, che aggrega i sopravvissuti alla devastazione della bomba atomica usata dagli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale contro le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, riporta l’attenzione sul tema delle armi nucleari.
Un monito contro i rischi di una catastrofe atomica che arriva mentre le tensioni internazionali crescono e il “circolo dell’atomo” continua ad allargarsi. L’ultimo sviluppo inquietante viene dalla Russia di Vladimir Putin, che ha proposto una revisione della dottrina nucleare del paese, ipotizzando l’uso della bomba atomica anche in caso di aggressione da parte di un altro stato non nucleare ma appoggiato da una potenza dotata di armi atomiche. Un avvertimento nemmeno eccessivo velato all’Ucraina e ai suoi alleati occidentali.
Ma quanti e quali sono oggi gli stati che possiedono l’arma più devastante? Secondo i dati della Federation of American Scientists, sono otto i paesi che dichiarano apertamente di detenere ordigni atomici, per un totale di circa 12.000 testate nucleari nel mondo. Una cifra impressionante, che fa tornare in mente gli incubi della Guerra Fredda.
Stati Uniti e Russia detengono insieme quasi il 90% dell’arsenale generale
Gli Stati Uniti, che nel 1945 furono i primi a sviluppare e utilizzare bombe atomiche, e la Russia, erede dell’arsenale sovietico, possiedono insieme quasi il 90% delle testate nucleari mondiali. Secondo le stime, Washington ne avrebbe 5.428, di cui 1.744 operative, mentre Mosca ne disporrebbe di 5.977, con 1.588 pronte all’uso. Entrambe le superpotenze hanno una “triade nucleare” composta da missili balistici terrestri, bombardieri strategici e sottomarini lanciamissili.
Nella lista delle nazioni con l’atomica figurano poi il Regno Unito, che effettuò il suo primo test nel 1952 e oggi disporrebbe di 225 testate tutte imbarcate sui sottomarini Trident, la Francia con 290 ordigni schierati su sommergibili e aerei, e la Cina, che fece esplodere la sua prima bomba nel 1964 e avrebbe oggi un arsenale stimato in circa 350 testate.
Altri tre stati hanno l’atomica fuori dal Trattato di non proliferazione
Al di fuori del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), che riconosce lo status di potenze atomiche solo ai cinque paesi del Consiglio di Sicurezza Onu, altri tre stati hanno condotto test nucleari dichiarandosi in possesso della bomba: l’India, che effettuò il primo test nel 1974, il Pakistan che seguì nel 1998, e la Corea del Nord, che ha fatto esplodere il suo primo ordigno nel 2006. Secondo le stime, Nuova Delhi e Islamabad avrebbero un arsenale paragonabile, tra 150 e 200 testate ciascuno, mentre Pyongyang ne disporrebbe di 40-50. Un predicozzo a parte merita Israele, che non ha mai confermato né smentito di avere armi nucleari. Come spiega la Federation of american scientists, lo stato ebraico “è universalmente ritenuto in possesso di armi nucleari”, pur mantenendo una politica di “ambiguità strategica“. Le stime sul suo arsenale vanno da un minimo di 80 a un massimo di 400 testate.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-11 12:13:00 ,