“Il G-System è un sistema costruttivo che si basa su un concetto olistico dell’architettura: tutto influenza ciò che sta accanto”, spiega a Wired Marco Guerini, ingegnere e responsabile tecnico del Green Village. “A livello tecnico il G-System si basa su una serie di caratteristiche come il doppio guscio che, come una doppia pelle, divide dall’ambiente esterno la casa permettendo di mantenere temperature e umidità ottimali. C’è poi il future proof, che è un insieme di accorgimenti che permettere di rinnovare, modificare o integrare i sistemi impiantistici della casa. Si distingue inoltre per l’utilizzo di energie rinnovabili – conclude Marco Guerini – tutte le nuove abitazioni che costruiamo sono configurate per ottenere un’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, come ad esempio solare e geotermico. Oltre ad avere un impatto sull’ambiente pari a zero si annullano anche i costi dei fornitori energetici”.
Le abitazioni del Green Village vengono inoltre realizzate con materiali ecosostenibili e privi di sostanze tossiche e con un primo guscio continuo che ne segue la struttura e un secondo all’esterno termico-acustico, in modo da eliminare integralmente punti freddi e problemi acustici. In aggiunta, grazie al sistema di conservazione dell’energia in eccesso prodotta e alla dotazione in tutte le abitazioni di colonnine elettriche è possibile ricaricare un’auto elettrica in modo integralmente gratuito.
Fondamentale anche la scelta di isolanti riciclabili, lana di roccia e XPS, pietre locali, sistema di blocco isotex, legno massiccio, eco-cemento. Parquet termotrattati o antichi che non contengono fenoli o formaldeide, pietre naturali, vernici ad acqua, tetti in ardesia, tessili bio invece i materiali ecosostenibili utilizzati per gli interni.
Secondo le stime di Guerini, basate sulle esperienze affinate con il progetto pilota Villa Arianna e gli Art Chalet, grazie alle metodologie del G-System le ville del Green Village di 250 mq avranno un consumo annuo di circa 4.500 kW e un surplus di produzione immesso nella rete di ben 6.500 kW (+144%), mentre i trilocali consumeranno 2.000 kW e produrranno un surplus di 700 kW (+35%, cifra più bassa rispetto alle ville perché l’energia solare proveniente dal tetto dell’edificio va suddivisa per il totale degli appartamenti che lo compongono).
Gli altri esempi europei
Germania
Anche nel resto d’Europa esistono realtà del genere. Proprio come il villaggio di Sprakebuell in Germania, non lontano dal confine con la Danimarca, le cui turbine eoliche in continuo movimento grazie alle raffiche di vento delle campagne tedesche, consentono alla comunità locale di generare importanti ricavi, una cui parte finisce nelle tasche degli abitanti. Sprakebuell, è un piccolo agglomerato che, nonostante le dimensioni ristrette, offre un virtuoso esempio al resto del Paese.
Austria
È invece austriaca l’abitazione “carbon zero”, piuttosto con un involucro talmente efficiente dal punto di vista energetico, da avere emissioni di carbonio nulle e da essere anzi attiva.
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di Elena Capilupi www.wired.it 2024-10-12 04:30:00 ,