Animali che parlano in un museo? Se pensavate potessero esistere solo nei film, state per ricredervi. Il Museo di Zoologia dell’Università di Cambridge sta infatti sperimentando un nuovo progetto che combina scienza e tecnologia per dare voce a esemplari animali esposti nelle teche. Grazie all’intelligenza artificiale, più di una dozzina di animali conservati – tra cui un dodo e lo scheletro di una balenottera – saranno in grado di raccontare le loro storie e persino riflettere sulla loro vita nell’aldilà. Tra gli obiettivi dell’esposizione c’è il tentativo andare oltre le informazioni decisive che possono essere lette sulle etichette esposte accanto agli esemplari, arricchendo l’esperienza dei visitatori con dettagli più personali e accattivanti, e cercando di combattere l’indifferenza nei confronti della crisi della biodiversità.
Come funziona il progetto
Durerà un mese, è stato ideato da Nature Perspectives e utilizza modelli di IA per fornire personalità e accenti unici agli esemplari, permettendo loro di conversare in più di 20 lingue, tramite voce o testo sui cellulari dei visitatori. Tutti gli animali sono in grado di raccontare della loro vita sulla Terra, delle sfide che hanno affrontato e persino della loro estinzione.
Ogni esemplare è dotato di una personalità ed è in grado di adattarsi all’età e alla lingua del visitatore. Il panda rosso, ad esempio, ha un accento himalayano, mentre l’ornitorinco ha una pronuncia tipicamente australiana.
Il vicedirettore del museo, Jack Ashby, sottolinea l’innovazione dell’iniziativa: “I musei stanno usando l’intelligenza artificiale in molti modi diversi, ma pensiamo che questa sia la prima applicazione in cui parliamo dal punto di vista dell’oggetto. Parte dell’esperimento consiste nel vedere se, dando a questi animali una voce, le persone pensano in modo diverso a loro.”
I visitatori possono dirigersi agli animali che parlano anche ponendo loro domande, come ad esempio chiedere alla balenottera di raccontare la sua vita nell’oceano. Ma questi dialoghi non sono semplici interazioni meccaniche. Il sistema di IA registra e analizza le conversazioni per capire migliore quali informazioni cercano i visitatori. Per esempio, il dodo del museo è in grado di parlare della sua dieta a base di frutta e semi, spiegando come il becco curvo fosse perfetto per aprire i duri frutti dell’albero tambalacoque.