Peter Todd è in piedi all’ultimo piano di un edificio industriale fatiscente da qualche parte in Repubblica Ceca, e ridacchia sottovoce. È stato a fatica accusato davanti alle telecamere di essere Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin, la cui identità è un mistero da quindici anni. Nella scena finale di un nuovo documentario targato Hbo – Money Electric: The Bitcoin Mystery – il regista Cullen Hoback mette lo sviluppatore canadese 39enne davanti alla teoria secondo cui sarebbe l’inventore della criptovaluta. Nella sua opera precedente Hoback aveva già smascherato la figura che si cela dietro QAnon, e ora cerca di ripetere lo scoop.
“Ammetto che sei piuttosto creativo, te ne esci con delle teorie assurde”, dice Todd al regista e autore dello show, definendo la tesi “ridicola”. “Ti avverto, sembrerà ancora più assurda se la metterai in un documentario” prosegue. Ma vista l’assenza di prove inconfutabili, Money Electric non si spinge a dire di aver smascherato definitivamente il creatore di Bitcoin. “Per la cronaca, non sono io Satoshi – ribadisce Todd in un’email –. È una domanda inutile, perché il vero Satoshi negherebbe in ogni caso”.
La lunga caccia al creatore di Bitcoin
Nel corso degli anni, la caccia al creatore di Bitcoin ha individuato un’ampia schiera di potenziali Satoshi Nakamoto, tra cui Hal Finney (il destinatario della prima transazione di Bitcoin), Adam Back (progettista di una tecnologia citata nel white paper della criptovaluta), e il crittografo Nick Szabo, solo per citarne alcuni. Alcuni vengono accusati, altri si autodenunciano. Nakamoto ha avuto molti volti, ma nessuno riconosciuto universalmente.
“Praticamente chiunque è stato accusato di essere Satoshi – sottolinea Todd all’inizio del documentario –. Il problema di questo genere di considerazioni è che vengono lanciate anche le più assurde”. Anche Wired ha contribuito alla caccia. Nel dicembre 2015, Wired US e Gizmodo hanno indicato nell’informatico australiano Craig Wright un potenziale Nakamoto. L’articolo originale, basato su una serie di documenti trapelati, supponeva che Wright avesse “inventato il Bitcoin o [fosse] uno scaltro imbroglione che vuole farci credere di averlo fatto”. Pochi giorni dopo, un secondo articolo evidenziava le discrepanze nelle prove a sostegno della interpretazione che identificava l’informatico come la mente dietro a Bitcoin. Lo scorso marzo, infine, un giudice dell’Alta corte del Regno Unito ha stabilito definitivamente che Wright non è Satoshi Nakamoto.
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di Joel Khalili www.wired.it 2024-10-16 04:10:00 ,