Donando il suo corpo alla scienza, un uomo di 78 anni ha svelato un segreto più unico che raro. A fare questa sorprendente scoperta, del tutto fortuita, sono stati i ricercatori della University of Birmingham Medical School nel Regno Unito che, mentre dissezionavano il suo corpo, hanno notato la presenza di tre peni. Si tratta del secondo caso documentato fino ad oggi di questo rarissimo difetto innato, anche se gli autori ipotizzano che sia meno raro di quanto crediamo. I dettagli sono stati riportati sul Journal of Medical Case Reports.
Due o tre peni
Possedere due peni, in gergo tecnico difallia, è una malformazione estremamente rara del tratto urogenitale che si stima colpisca una persona su cinque/sei milioni, con solo circa 100 casi riportati in letteratura. “La trifallia, una rara anomalia congenita che descrive la presenza di tre distinte aste peniene, è stata segnalata solo una volta in letteratura”, hanno scritto gli autori nel loro studio. Ricordiamo, infatti, che il primo caso al mondo di trifallia è stato documentato nel 2021 in un neonato. In questo secondo caso, però, queste anomalie morfologiche del pene potrebbero non essere state scoperte dall’uomo. “Tuttavia – aggiungono i ricercatori – potrebbe aver vissuto con deficit funzionali, infezioni del tratto urinario, disfunzione erettile o problemi di fertilità”.
Il caso di trifallia
La recente dissezione post-mortem ha quindi permesso ai ricercatori di descrivere per la prima volta nel dettaglio la rara malformazione. Il paziente, infatti, sembrava avere genitali normali esternamente, ma la dissezione ha rilevato “due piccoli peni soprannumerari nascosti all’interno del sacco scrotale”, raccontano gli esperti. Il pene primario e quello secondario condividevano un’uretra, che correva attraverso il pene secondario prima del suo passaggio attraverso il pene primario. Una struttura simile all’uretra, invece, era assente nel più piccolo dei tre peni.
Lo sviluppo dei peni
Nell’utero, la fase iniziale dello sviluppo genitale avviene dalla quarta settimana di gestazione e il pene si sviluppa dal tubercolo genitale, sotto il controllo del diidrotestosterone (DHT). “Le anomalie genetiche che influenzano l’espressione dei recettori degli androgeni possono causare anomalie morfologiche dei genitali”, spiegano i ricercatori. “In questo caso potrebbe esserci stata una triplicazione del tubercolo genitale. L’uretra originariamente si è sviluppata nel pene secondario, ma quando questo pene non è riuscito a svilupparsi, l’uretra ha deviato il suo corso e si è sviluppata nel pene primario. Il pene terziario è un residuo del tubercolo genitale triplicato”.
Meno raro di quanto creduto
Sebbene in quasi tutti i casi di difallia esterna del pene la decisione è quella di rimuovere il pene aggiuntivo, per quella interna l’identificazione potrebbe avvenire oltre nella vita ed essere identificata con disfunzione sessuale, sintomi urinari ostruttivi e incontinenza urinaria. “Non possiamo essere certi che in questo caso il difetto sia rimasto nascosto, dato che esiste una storia di riparazione dell’ernia inguinale”, si legge nello studio. “A causa della natura tortuosa dell’uretra, il passaggio di un catetere urinario si sarebbe rivelato difficile. Se il difetto fosse stato notato durante la vita, forse sarebbe stato candidamente lasciato incorrotto a causa dell’apparente assenza di sintomi e della sua natura benigna”. Alla luce di queste informazioni, i ricercatori suggeriscono che la polifallia sia molto meno rara di quanto pensato finora. “Senza sintomi e necessità mediche, i peni interni nascosti potrebbero non presentarsi mai, impedendo quindi la diagnosi”, concludono gli autori. “Quindi, la polifallia potrebbe essere più diffusa di quanto attualmente si pensi”.
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di Marta Musso www.wired.it 2024-10-16 09:03:00 ,