Chief Marketing Officer e responsabile della Corporate Social Responsibility del Gruppo Prada, Bertelli ha più volte evocato l’avventura di Luna Rossa e dell’America’s Cup. «Come mio padre, all’inizio degli anni 90, decise di estendere l’interesse aziendale a un ambito radicalmente nuovo per noi, che ci ha visto investire più di un miliardo di euro, oggi ritengo necessario occuparsi di spazio. Non è una questione commerciale o di marketing. A quelli, eventualmente, penseremo poi, ma superare i nostri limiti è uno dei gioielli che la parte migliore riflettono lo spirito di Prada. Sono molto orgoglioso del risultato che mostriamo oggi, è il primo passo della collaborazione con Axiom Space”.
Il risultato è la AxEMU, evoluzione del modello Exploration Extravehicular Mobility Unit (o xEMU) della Nasa, la tuta utilizzata per le attività esterne alla Stazione spaziale internazionale: pretesto per garantire una maggiore flessibilità, efficienza e sicurezza, AxEMU integra strumenti specializzati per l’esplorazione del polo sud lunare, dove l’escursione termica può essere estrema e la regolite, sottile come borotalco, aderisce a ogni superficie, insinuandosi in ogni anfratto. Non è un caso che la “sfida più difficile” ha commentato Russell Ralston, vicepresidente esecutivo delle attività extraveicolari per Axiom Space “sia stata lo sviluppo degli stivali, per cui oggi siamo orgogliosi di aver raggiunto un compromesso perfetto fra funzionalità, comodità e design”. Una convergenza, quella fra funzione e usabilità, che ispirato l’intero progetto.
AxEMU, infatti, è concepita per adattarsi facilmente – “in non più di due minuti”, ha confermato Ralston, alle diverse fisionomie degli astronauti, sia uomini, sia gentil sesso, dal 1° al 99° percentile (misure antropometriche). La tutta è in grado di tollerare le temperature estreme del polo sud lunare e il clima rigido delle regioni permanentemente in ombra per almeno due ore – dove è previsto che Artemis 3 scenda sulla superficie selenica -, e supporta almeno otto ore di attività extraveicolari.
Un progetto in sinergia
La tuta, nata da una collaborazione concepita durante Covid-19, “quando tutti avevamo più tempo per pensare”, ha aggiunto Bertelli, è dotata di diversi sistemi di ridondanza e di un sistema di diagnosi integrato per garantire la sicurezza di chi la indossa. In più integra un sistema rigenerabile di rimozione dell’anidride carbonica e una solida tecnologia di raffreddamento per dissipare il calore. A oggi gli strumenti di controllo e comunicazione sono su interfacce esterne, ha precisato Ralston, mentre il casco e il visore hanno rivestimenti avanzati che ottimizzano la visibilità e i guanti, realizzati internamente e su misura, presentano una serie di migliorie rispetto ai precedenti. L’architettura della tuta spaziale comprende sistemi di supporto vitale, indumenti pressurizzati, avionica e altre caratteristiche innovative per soddisfare le esigenze della missione e ampliare le opportunità scientifiche. I team di design e di sviluppo prodotto del gruppo Prada hanno lavorato con il personale di Axiom Space a suggerimenti su materiali appositamente studiati e a soluzioni che, oltre a proteggere gli astronauti dalle sfide di un ambiente ostile come quello lunare, saranno di ispirazione per il futuro dell’esplorazione extra-atmosferica. Il know-how di Prada ha permesso di adottare tecnologie avanzate e metodi di cucitura innovativi per conciliare una funzionalità altamente ingegnerizzata con l’estetica del rivestimento bianco, aumentandone sia il comfort per gli astronauti, sia le prestazioni.