Sulla necessità di fare facilità è intervenuto anche Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano. “La trasparenza sui prezzi è direttamente collegata al tetto massimo applicabile al costo dei biglietti”, ha spiegato Sacchi. “Non sono un esperto di dynamic pricing, ma credo che vada considerato l’impatto sociale del prezzo del biglietto. Un sistema di prezzi flessibile da un lato e un’offerta di biglietti a prezzo fisso e scontato per le fasce svantaggiate dall’altro potrebbero avere ricadute positive. Dobbiamo pensare a studenti, giovani, famiglie a basso reddito, garantendo loro la possibilità di partecipare alla vita culturale della comunità”.
Il dibattito ha affrontato anche il tema, strettamente connesso, del secondary ticketing, ovvero la pratica di rivendere biglietti per eventi, concerti o spettacoli su piattaforme secondarie, spesso a prezzi notevolmente maggiorati rispetto a quelli originali. Sebbene questa pratica sia vietata in Italia, dove i biglietti sono nominativi, in realtà si verifica comunemente perché i nominativi vengono raramente controllati all’ingresso degli eventi. “È un crimine e in Italia c’è una legge che prevede il carcere”, ha ricordato Claudio Trotta. “Eppure la maggior parte dei promoter non lascia che gli addetti alla sicurezza controllino i nomi sui biglietti. Il secondary è collegato al dynamic pricing: quest’ultimo non previene il bagarinaggio, anzi lo incoraggia, creando più panico tra i consumatori”.
I prossimi passi
Sui prossimi passi da intraprendere è intervenuta Petra Kammerevert, eurodeputata tedesca dei Socialisti e democratici, coordinatrice della commissione Cultura. “Siamo critici verso le pratiche di dynamic pricing che sfruttano la domanda dei consumatori a scapito dei loro diritti. Queste pratiche spesso includono la raccolta di dati per la profilazione, l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale per personalizzare i prezzi, l’stagnazione artificiale dei costi e potenziali violazioni della privacy“, ha spiegato Kammerevert. “Siamo contrari a forme di dynamic pricing che abusano del potere d’acquisto dei consumatori per beni o servizi particolarmente scarsi o richiesti. Intendiamo proporre iniziative specifiche, già a partire dalle audizioni dei nuovi commissari“.
In particolare, ha fatto sapere l’eurodeputata, la questione sarà sottoposta a Michael McGrath, commissario designato dell’Ue per la democrazia, la giustizia e lo stato di diritto nella legislazione a venire da cui ci si attende un’attenzione specifica al tema. L’obiettivo, ha chiarito Maran in conclusione, è garantire che gli eventi culturali e di intrattenimento restino accessibili anche in futuro e non diventino un lusso per pochi. “Dobbiamo assicurarci che un concerto non sia un’esperienza così costosa da escludere le persone“, ha concluso.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-10-23 05:00:00 ,