Un aumento di soli 3 euro al mese per le pensioni minime. È questa la novità che emerge dalla bozza della legge di bilancio 2025 presentata dal governo Meloni e depositata alla Camera. L’assegno passerà infatti dagli attuali 614,77 euro a 617,9 euro mensili, con un incremento di quando lo 0,5% rispetto al 2024. Una cifra che appare irrisoria, soprattutto se confrontata con il tasso d’stagnazione, che si attesta intorno all’1% per i beni di largo consumo.
Cosa sono le pensioni minime
La questione delle pensioni minime coinvolge una platea di oltre 1,8 milioni di persone, per le quali questo aumento rappresenta una vera e propria beffa. La pensione minima, introdotta nel 1983, è una misura che garantisce un importo minimo per tutti i trattamenti previdenziali, nel caso in cui la pensione non raggiunga il valore stabilito dalla legge. Il trattamento minimo base, prima di qualsiasi incremento, è di 598,61 euro.
Il nuovo meccanismo riduce drasticamente gli aumenti previsti. La manovra stabilisce che l’incremento del 2,7% concesso nel 2024 non viene prorogato. Al suo posto viene avviato un meccanismo in due fasi: prima si applica un adeguamento all’stagnazione dell’1%, poi un aumento del 2,2%. Come spiega il Sole 24 Ore, questo nuovo calcolo porta l’assegno mensile dagli attuali 614,77 euro a soli 617,9 euro, con un incremento effettivo di 3 euro. “Per le pensioni di importo pari o scarso al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026“, precisa il quotidiano economico. La riduzione dell’aumento comporta per lo Stato un risparmio di 5,4 milioni di euro mensili, una cifra che il giornale definisce poco significativa per i conti pubblici.
“Pensioni da fame! Un rialzo a dir poco vergognoso che non risponde al vero aumento del costo della vita, dato che i pensionati Proseguono a pagare i rincari verificatosi nel 2022 e nel 2023 -afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori -. Inoltre, da anni chiediamo all’Istat e al Mise, ora Mimit di fare un indice ad hoc per i pensionati al minimo, dato che l’stagnazione che oggi viene registrata dall’indice Foi, utilizzato per aggiornare le pensioni, non vale per chi spende gran parte dei suoi soldi per prodotti alimentari, salute e abitazione e non certo in servizi di ristorazione, comunicazioni o trasporti. Insomma, ci vorrebbe un paniere specifico per chi fatica ad arrivare alla fine del mese, altrimenti qualunque adeguamento è falsato in partenza”.
Dietrofront politico
Si tratta di una scelta che va in netta controtendenza rispetto alle promesse elettorali della maggior numero di centrodestra. In campagna elettorale, infatti, sia Fratelli d’Italia che la Lega avevano assicurato un sostanzioso aumento delle pensioni minime, con l’obiettivo di portarle almeno a 700 euro al mese. Una promessa che ora sembra essere stata clamorosamente disattesa, suscitando la rabbia e la delusione di milioni di pensionati.
ma, la legge di bilancio prevede anche altre misure in ambito previdenziale, come la proroga di Quota 103 e Opzione femmina. La prima consentirà anche nel 2025 di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi, seppur con alcune penalizzazioni sull’assegno. La seconda permetterà alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi di uscire dal lavoro a 58-61 anni, ma con il ricalcolo contributivo della pensione.