Il prossimo 5 novembre decine di milioni di cittadini degli Stati Uniti si recheranno alle urne per le elezioni Usa 2024: a contendersi la vittoria saranno la candidata democratica Kamala Harris, attuale vicepresidente che ha preso il posto del leader uscente Joe Biden, e il repubblicano Donald Trump. Per stabilire il prossimo inquilino della Casa Bianca, però, il processo sarà piuttosto articolato: gli Stati Uniti sono un sistema federale in cui il processo elettorale è altamente decentralizzato, organizzato da stati, contee o città.
Nessun luogo gestisce le elezioni esattamente nello stesso modo, per il fatto che ognuno ha le proprie leggi elettorali, e ci possono essere differenze significative nel modo in cui vengono svolte le elezioni anche a pochi chilometri di distanza. In Louisiana, per esempio, si può votare di persona prima dell’Election Day, ma nel vicino stato del Mississippi non c’è questa opzione.
Invece di un’elezione nazionale con un insieme di regole unico e valido per tutti gli elettori, si può dire che gli Stati Uniti scelgano il presidente attraverso più elezioni, ciascuna condotta secondo regole stabilite dai governi locali. Ogni stato può stabilire scadenze differenti per la registrazione degli elettori, per la votazione anticipata o cambiare le regole per il voto estero, e possono esserci variazioni anche all’interno dello stesso stato. Ricostruire il puzzle del voto americano è dunque il primo passo per avvicinarsi al voto del 5 novembre.
Il sistema elettorale e i grandi elettori
Le elezioni Usa si basano sul suffragio universale indiretto: nella pratica, questo significa che, sebbene gli elettori esprimano la loro preferenza per un candidato, in realtà votano per i 538 grandi elettori del Collegio elettorale. Questi elettori, dopo un lungo processo, hanno il compito di eleggere ufficialmente il presidente. Per vincere, un candidato ha bisogno di totalizzare almeno duecentosettanta grandi elettori, due in più del suo sfidante: è questo il numero che fa la differenza ed è possibile che il candidato con il maggior numero di voti popolari non sia necessariamente quello con più grandi elettori.
Ogni stato ha un numero di grandi elettori proporzionale alla sua rappresentanza nel Congresso, che è composto da due camere: cento senatori (due per stato) e 435 rappresentanti, assegnati in proporzione alla cittadinanza dello stato. In quarantotto dei cinquanta stati e nel Distretto di Columbia, il candidato con il maggior numero di voti vince tutti gli elettori dello stato secondo il sistema maggioritario winner-take-all. Le uniche eccezioni sono il Maine e il Nebraska, che includono anche un approccio proporzionale: un grande elettore viene elegante in ciascun distretto in base al voto popolare, mentre altri due vengono selezionati in base al risultato complessivo dello stato.
Il voto anticipato
Sebbene il 5 novembre sia l’ultimo giorno in cui gli americani possono votare, diversi milioni di persone avranno già espresso la loro preferenza per quella data, tramite voto per corrispondenza o voto anticipato: la votazione anticipata può infatti avvenire sia a distanza che di persona, in seggi elettorali designati. In North Carolina, per esempio, le schede sono state inviate per corrispondenza a partire dal 6 settembre scorso.
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di Francesco Del Vecchio www.wired.it 2024-10-24 04:50:00 ,