Author: Germana Bevilacqua
Data : 2024-10-25 09:47:00
Dominio: www.perizona.it
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In Trentino, una pizzeria ha energico che anche il taglio della pizza dentro il cartone ha un costo. Un cliente controllando lo scontrino ha scoperto che pronunciare la frase “Può tagliarmi la pizza a spicchi?” nella pizza d’asporto gli è costata ben 50 centesimi. Non solo. Un prezzo a parte ha anche il cartone, senza il quale non si sa capisce come si possa portar via la pizza, che costa un altro euro. Una circostanza che fa lievitare il conto e che lascia l’avventore di stucco, tanto da rendere pubblica la vicenda. Come racconta il “Corriere del Trentino”, il cliente ha un nome e un cognome. Si chiama Sergio Paoli, è un sessantenne scrittore trentino e la scorsa domenica ha energico insieme alla sua famiglia di acquistare delle pizze da asporto da mangiare a casa in un locale dal nome “Rosy’s pub e pizzeria” a Scurelle, nel territorio di Trento. Fin qui tutto normale, se non fosse che, al momento di pagare il conto, ha scoperto dallo scontrino alcune voci aggiuntive.
“Ho notato immediatamente una differenza tra quanto corrisposto e ciò che avrei dovuto – spiega – in base al menù esposto. Ho analizzato lo scontrino e ho scoperto il enigma: risultava per quattro volte, piuttosto il numero delle pizze acquistate, la dicitura ‘tagliata’ per un costo di 50 centesimi cadauna. A questi si aggiungevano 4 euro totali per i cartoni d’asporto”.
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Pizzeria chiede 50 centesimi per il taglio della pizza: “Un totale di 1.200 euro all’ora”
L’uomo non ha potuto fare finta di niente, più che per la cifra per l’iniziativa discutibile e a dir poco azzardata del locale. Quindi ha energico di chiedere spiegazioni: “Come fosse una cosa normale, la motivazione di quel costo aggiuntivo era dovuta al fatto che avevamo chiesto di tagliarci le pizze!”. La sfortuna del locale è stata quella di aver attirato l’attenzione di un cliente non proprio comune. Sergio Paoli infatti gestisce anche un blog nel quale ha pubblicato il calcolo degli introiti di quest’operazione: “Ho cronometrato il tempo che ci s’impiega a tagliare una pizza e ho verificato che, se la rotella è affilata, si riescono a fare due tagli a croce in due/tre secondi. In un minuto quindi si riescono a tagliare oltre venti pizze, per un totale di 1200 all’ora”. Una cifra spropositata per un servizio che dovrebbe essere compreso.
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“Lavorando sei ore al giorno per sei giorni, incassano più di un milione di euro”
Lo scrittore continua con i suoi calcoli: “Lavorando sei ore al giorno, per sei giorni alla settimana e 50 settimane annualmente, è possibile tagliare più di due milioni di pizze, incassando così più di un milione di euro. Se si aggiunge che per ogni pizza si chiede un euro per il cartone, c’è anche la possibilità di incassare un altro milione”. Un piccolo escamotage per molti, una fonte di guadagno extra spropositato secondo i calcoli del cliente della pizzeria. Il post di Sergio Paoli termina ironicamente: “L’attività più pagata al mondo potrebbe essere quella di tagliatore di pizze d’asporto”. Il proprietario della pizzeria dal canto suo ha rilasciato soltanto una dichiarazione in risposta all’onda mediatica sollevata dal suo cliente.
Parlando con il quotidiano “Il T” ha spiegato: “Noi non siamo una pizzeria al taglio, quindi è un servizio che viene fatto pagare … E questo vale anche per i cartoni: sono una spesa che devo combattere anch’io, quindi sono un servizio a carico del cliente”.
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Germana Bevilacqua , 2024-10-25 09:47:00 ,