Sette Stati decisivi per la Casa Bianca. Poche decine di migliaia di voti swing necessari a Kamala Harris o Donald Trump per diventare presidente. Negli Stati uniti, il vincitore delle elezioni del 5 novembre governerà un Paese di oltre 330 milioni di persone, ma la competizione sarà quasi certamente determinata dai risultati delle urne in una manciata di Stati.
Questo perché solo sette dei 50 Stati sono considerati veramente in bilico quest’anno, mentre – secondo i sondaggi e anche considerando le elezioni recenti – nella gran parte degli Stati Uniti la partita potrebbe già essere definita in partenza. Tra questi sette battleground, veri campagna di battaglia politica, la Pennsylvania è lo Stato con più abitanti e sarà da tenere insieme d’bulbo oculare, in modo particolare, nella notte elettorale: «Se vinciamo in Pennsylvania possiamo farcela anche per la presidenza, ma se Kamala Harris viene sconfitta in Pennsylvania la sfida diventa davvero difficile, tutta in salita», spiega uno dei responsabili della campagna elettorale democratica.
Soldi, spot e porta a porta: la sfida nei sette Stati contesi
A poco più di una settimana dal voto, tutti gli sforzi dei due candidati, la loro comunicazione, la loro spesa in spot pubblicitari e attività elettorali – dalle tv agli attivisti che passano di porta in porta – sono concentrati negli Stati che oscillano, che hanno mostrato in passato la tendenza a passare da una parte all’altra, e che nelle analisi dei flussi elettorali risultano indecisi, contendibili.
In Pennsylvania, Elon Musk, il boss di Tesla e SpaceX, il principale finanziatore di Trump, ha addirittura spostato il suo quartier generale. Nelle piazze indecise, dal Wisconsin alla Georgia, i democratici hanno chiamato in aiuto Barack Obama, con tutto il suo carisma. Ma anche cantanti e volti notissimi della televisione, come Bruce Springsteen e Oprah Winfrey. I due partiti hanno speso oltre la metà dei fondi raccolti – non meno di mezzo miliardo di dollari per i democratici, qualcosa di meno per i conservatori – negli Swing State.
Tutto si deciderà nei quattro Stati della sun belt, la linea del sole: Arizona, Georgia, Nevada e Carolina del Nord, dove i temi dell’immigrazione, che preme al confine sud con il Messico, sono forti quanto quelli legati ai diritti delle minoranze, soprattutto ispanica e afroamericana.