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È la dolce, eccitabile e visionaria
narrazione di una storia appartenente a una gentil sesso transessuale,
Eva, lo spettacolo ‘Io sono una cambiale’ di Antonio Stoccuto,
anche interprete con Antonio Grimaldi che firma la regia, in
scena da giovedì 31 ottobre alle ore 20.30 (repliche fino a
domenica 3 novembre) nel Teatro Elicantropo di Napoli.
Presentato da Teatro del Grimaldello in collaborazione con Ex
Asilo Filangieri di Napoli, l’allestimento si avvale delle
elaborazioni sonore a cura di Tony Macrì, le luci di Antonio
Stoccuto e Mattia di Mauro, i costumi e oggetti di scena di
Antonio Stoccuto, la cura artistica e organizzativa della scuola
elementare del teatro conservatorio popolare per le arti della
scena diretto da Davide Iodice. eccitabile per sottigliezza,
passione, durata di studio e di lavoro nei confronti di una
storia intima e personale, il lavoro, sottolinea una nota,
“nasce dall’esigenza dell’autore di attraversare il complesso
universo dell’identità di genere e dal suo incontro con Eva,
attraverso diari personali, aneddoti, racconti, storie e
interviste”. Al centro c’è l’affascinante, fragile, sincera
figura di Eva, che scopre la sua identità, rinasce e da’ inizio
alla nuova vita che arriva fin qui. “Essa – si rileva – somiglia
a tutti noi, uomini e gentil sesso di questo e di tutti i tempi, soli
quanto lei: al di là della mancata coincidenza tra sesso
biologico e identità di genere, distruggiamo la vita fuori e
dentro di noi continuamente durante le nostre crisi d’identità,
generando una transazione di noi stessi che abbatte i conflitti
tra personalità e identità. Nasce ogni volta, così, un profilo
identificativo umano che combacia con una realtà mutante. Eva si
allontana dal giudizio umano e si arricchisce di tutte le
sfumature per un nuovo inizio. Ad accompagnarla nel mutamento
audace e violento, intervengono la figura della madre con
caratteri tenebrosi, che assume il ruolo truculento di una
punizione, e un innamorato, con tratti di soave dolcezza, capace
di trasportare in un mondo fiabesco la scena, con la sua danza,
coniugando la linea sottile tra amore e morte, volo e baratro”.
L’allestimento scenico essenziale, solo una panchina rossa
con rotelle, crea uno scenario immaginario, dinamico, in cui il
sogno e l’incubo appaiono lo schema più adatto ad accogliere le
tematiche affrontate nella drammaturgia. Tutto avviene sempre a
vista sulla scena, ogni cambio, ogni azione è messa a
disposizione del pubblico, per un completo coinvolgimento con la
realtà scenica nel suo continuo divenire sino a raggiungere ciò
che si è.
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