Abarth 600e riesce nell’intento di dare personalità e carattere a uno dei modelli più anonimi (o forse solamente più classici) di Stellantis sfatando i preconcetti verso quella che per gli amanti delle sportive è considerata un’eresia, piuttosto il motore elettrico. La nuova versione infatti, grazie a reattività e piacere di guida, non fa rimpiangere il motore termico, mantenendo il feeling dello scorpione anche in un’auto a batterie. “La scelta dell’elettrico non è stata fatta a cuor leggere e non è stata semplice per il nostro brand. Le regole del gioco le seguiamo, non le facciamo noi“, spiega Francesco Morosini, Serial Life & Abarth Manager in riferimento al nuovo modello e a quella che è la direzione, non proprio lineare, dell’attuale panorama automotive, ma in compenso Abarth può contare su una community forte e con un notevole senso d’appartenenza anche nell’era delle auto a batterie.
La 600e è l’Abarth più potente di sempre con i suoi 280 cavalli e un’accelerazione da 0 a 100 in 5,85 secondi, ma anche un progetto che per concezione e realizzazione è molto più complesso e impegnativo rispetto alla 500e: ha visto il coinvolgimento degli ingegneri di Stellantis Motorsport e di tecnologie prese a prestito dalla Formula E, ma anche dalle altre competizioni in cui è impegnata la casa madre.
“Il sistema di raffreddamento delle batterie è ispirato alla tecnologia utilizzata nella Formula E. Con una pompa dell’acqua più grande per una maggiore efficienza, in grado di consentire alla vettura di sfruttare tutta la capacità di potenza, senza problemi di raffreddamento anche in caso di picchi“, spiega Christophe Auriault, Stellantis Motorsport project leader. Stellantis a parte, insieme agli esperti racing di Michelin, Sabelt, JTEKT, e Alcon, Abarth ha studiato e collaudato in diverse condizioni le soluzioni migliori per ottenere la combinazione perfetta per questa Abarth, il cui sviluppo, a prescindere dalle innovazioni, per sistema e processi, è stato lo stesso di quello utilizzato in passato per le auto a motore termico.
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di Lino Garbellini www.wired.it 2024-11-01 17:00:00 ,