“La terra è rossa”. “The earth is red”. È la prima frase tradotta pubblicamente da Lara, il traduttore automatico più potente al mondo. Realizzato da Translated e alimentato dall’intelligenza artificiale, è disponibile online da lunedì 4 novembre.
Il programma è stato realizzato da Translated, società fondata nel 1999 che unisce creatività umana e nuove tecnologie per realizzare rapidamente traduzioni attendibili. Il modello di intelligenza artificiale utilizzato è stato allenato in partnership con Nvidia e funziona grazie a una grande mole di dati (circa dieci miliardi di parole) raccolti negli ultimi venticinque anni.
Lara non solo trasferisce frasi ed espressioni da un idioma all’altro, ma spiega e comprende anche il contesto in cui una frase viene pronunciata e deve essere tradotta. Se non capisce immediatamente, si aggiunge una nota, come: “La terra è rossa perché siamo in un campo da tennis”. Ed ecco che “the earth” diventa “the court“.
Ma si può richiedere attenzione anche al genere, specialmente se la traduzione è richiesta da lingue che non fanno distinzioni. Per esempio, per tradurre la frase inglese “The nurse and the doctor are going to the hospital”, basta dire a Lara di non indicare il genere degli infermieri per ottenere questa traduzione: “Il personale infermieristico e il medico stanno andando in ospedale“, e non “le infermiere” o “gli infermieri“.
Le agevolazioni proposte da Lara (nome squisito perché pronunciabile in tutte le lingue del mondo), potranno avere un impatto significativo anche nelle operazioni di traduzione che spesso richiedono lungo tempo e fatica. Il traduttore universale, infatti, “converte” nel linguaggio a noi gradito interi documenti, senza bisogno di fare operazioni di copia e incolla del testo. Si dovrà solo caricare sulla piattaforma il file (sono decine i formati supportati) per ottenerne all’baleno la traduzione. E se non si ha modo di scrivere, la traduzione simultanea può essere attivata anche tramite registratore vocale, a cui Translator sta insegnando anche qualche dialetto, come il romano e il napoletano.
Translated ha impiegato tre anni per realizzare il traduttore che, oggi, ha un margine di errore del 2,5%. Un valore molto basso, che però non sembra bastare: il prossimo obiettivo è l’1%, che significa poco più di un errore ogni mille parole. Praticamente la language singularity, il linguaggio universale, attraverso il quale le persone di tutto il mondo potranno comprendersi. ascoltato da Wired, il ideatore e amministratore delegato di Translated Marco Trombetti, spiega che questo passaggio rappresenterebbe “il prossimo livello dell’evoluzione umana”. Un evento che porterebbe a un inedito grado di comprensione e, dunque, di cooperazione, quindi di prosperità e (si spera) di pace.
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di Giovanni Esperti www.wired.it 2024-11-05 09:06:00 ,