In contemporaneità con l’elezione del candidato repubblicano Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, i mercati stanno registrando reazioni significative, evidenziando i beneficiari immediati di questa vittoria.
In particolare, come spiega l’analista di eToro, piattaforma di investimenti, Gabriel Debach, tra i settori che trarranno vantaggio dal ritorno alla Casa Bianca del tycoon, ci sono il mondo delle criptovalute, il dollaro e, potenzialmente, il mercato obbligazionario. Nel dettaglio, la reazione positiva dei mercati globali è figlia dall’aspettativa di una politica orientata al business e alla deregolamentazione.
Le cripto
Il settore delle criptovalute, come conferma in una nota Ferdinando Ametrano, ad di Checksig (società di gestione di crypto), sarà uno dei maggiori beneficiari della vittoria di Trump. Il bitcoin ha per esempio raggiunto nuovi massimi storici, superando i 75mila dollari e segnando una capitalizzazione di oltre 1473 miliardi di dollari. La crescita della criptovaluta è la ciliegina di quella che si preannuncia essere una torta ricca, con un incremento significativo anche per altre monete, tra cui Ripple (+5%) e Dogecoin (+20%). Quest’ultima ha del resto ricevuto ulteriore sostegno dal supporto esplicito di Elon Musk alla campagna di Trump.
Durante la sua campagna elettorale, il candidato repubblicano ha promesso di trasformare gli Stati Uniti nella capitale mondiale delle criptovalute, con un piano che prevede la creazione di una riserva strategica di bitcoin e la nomina di regolatori favorevoli al settore. Tali proposte hanno attirato il supporto di figure di rilievo del mondo delle valute digitali, tra i quali Tyler e Cameron Winklevoss, Jesse Powell e David Bailey, che hanno contribuito attivamente alla sua campagna. Trump ha anche dichiarato che intende licenziare l’attuale presidente della Securities and exchange commission (Sec) Gary Gensler, per facilitare una regolamentazione più aperta e accogliente nei confronti del settore.
I mercati
Anche il mercato azionario statunitense ha risposto positivamente al successo repubblicano. Trump Media & Technology Group Corp. (Djt) ha registrato un aumento di oltre il 10% nelle contrattazioni after market, dopo pesanti fluttuazioni iniziali che ne avevano provocato la sospensione dalle negoziazioni. La capitalizzazione di mercato di Djt, pari a circa 6,79 miliardi di dollari, rimane lontana da quelle di giganti come Apple e Nvidia, ma il volume di scambi indica un interesse speculativo considerevole attorno all’azienda. Le azioni di piccola capitalizzazione, rappresentate dal Russell 2000, sono in forte crescita, trainate dalla prospettiva di politiche protezionistiche e di stimolo per l’industria americana e dalla studio di guadagni facili. La vittoria di Trump ha fatto bene al titolo di Tesla.
I futures sugli indici principali, come l’S&P 500 (+1,9%) e il Russell 2000 (+4,5%), indicano anche secondo il capo degli investimenti di Ubs Mark Haefele un’aspettativa di crescita economica interna, una maggiore attività di fusione e acquisizione e un’estensione dei tagli fiscali personali. Questi fattori si riflettono anche nell’aumento dei rendimenti dei Treasury a 10 anni, con una crescita di 13 punti base che suggerisce attese di maggiori deficit fiscali e crescita del pil nominale.
Il dollaro e i settori in crescita
La vittoria di Trump ha dato nuovo impulso anche al dollaro, con l’indice Dxy in rialzo dell’1,6%. La valuta statunitense si è apprezzata rispetto all’euro (-1,7%), allo yen giapponese (-1,5%) e al peso messicano (-2,6%), riflettendo un clima di fiducia nei confronti di una crescita nominale più forte e della possibilità di politiche protezionistiche. Il peso messicano, in particolare, è stato penalizzato dal timore di un incremento delle tariffe commerciali che potrebbe derivare dalle posizioni protezionistiche di Trump.
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di Alessandro Patella www.wired.it 2024-11-06 13:22:00 ,