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Stabilizzare i lavoratori
idraulico-forestali nelle Comunità Montane ponendo fine ad anni
di precarietà e, nel contempo, rilanciare il patrimonio boschivo
della Campania: è quanto chiede la consigliera Regionale
indipendente, Maria Muscarà. Durante l’incontro, la consigliera
ha presentato le proprie iniziative consiliari che sono
finalizzate a raggiungere tali obiettivi con un emendamento al
disegno di legge regionale 457 recante ‘Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 7 maggio 1996, n.11 (modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 28 febbraio 1987, n. 13,
concernente la delega in materia di economia, bonifica montana e
difesa del suolo)’ e alcune interrogazioni. “I forestali sono le
figure che proteggono i Parchi, ma non solo vengono spesso
utilizzati da Comuni per altre funzioni che non sono quelle del
Parco stesso, ma molti si trovano in una situazione di
precarietà totale” ha detto in conferenza carattere nella Sala
Multimediale del Consiglio Regionale “Addirittura da sette mesi
sono senza stipendio. Lo scopo di questo emendamento che è stato
bocciato e anche dell’interrogazione alla quale non è stata data
ancora risposta, è ribadire la necessità assoluta della cura del
territorio. La Regione Campania ha otto Parchi regionali: Parchi
che potrebbero essere curati, ben gestiti, una fonte non
soltanto di guadagno del territorio in senso lato ma anche un
volano di sviluppo dal punto di vista lavorativo e
turistico”.L’obiettivo è stabilizzare i 1.500 forestali precari
in Campania e pianificare i Parchi, è stato ribadito più volte.
Salvatore Ronghi, presidente di Sud Protagonista ha detto: “I
Parchi Regionali della Campania e le aree protette, da anni,
sono lasciate all’abbandono con gli Enti Parco senza risorse
economiche e senza avere a disposizione adeguato personale per
la loro la gestione e valorizzazione per renderle produttive
attraverso un turismo ecosostenibile” – ha rimarcato Ronghi per
il quale “oltre 1100 unità di personale potrebbero essere
assunte dai vari Parchi attingendo alla platea dei precari
cosiddetti del progetto Bros che, da anni, sono stati formati
nella gestione del verde e dei Parchi stessi e, invece,
Proseguono a versare nella precarietà e nella disoccupazione”.
All’incontro il segretario generale del sindacato forestali
Sifus, Maurizio Grosso: “Questi lavoratori sono precari da
venticinque anni: non possono continuare a rimanere precari. I
loro contratti vanno trasformati da contratti a termine a tempo
indeterminato: è non solo giusto ma utile al patrimonio
boschivo, alla salvaguardia dei boschi”. (ANSA)
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