Anche lo scrittore Stephen King ha condiviso la sua amarezza sui social, utilizzando una metafora: “C’è un cartello che si può vedere in molti negozi che vengono oggetti belli ma fragili: ‘Bello da vedere, ottimo da reggere in mano, ma una volta rotto si paga’. Si può dire lo stesso della democrazia”. Ma sul fronte progessista c’è anche si pone delle domande e vorrebbe che venisse il momento dell’autocritica, come il regista di Don’t Look Up Adam McKay: “Chi avrebbe mai detto che fingere sulle capacità cognitive di Biden per due anni, rifiutarsi di aprire una conversazione su un nuovo candidato, mai menzionare la sanità pubblica e appoggiare invece il fracking, i Cheney e un anno di massacro di bambini a Gaza sarebbe stata una strategia vincente? Chiunque con un cervello?”.
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Ovviamente ci sono state reazioni anche sul fronte opposto, quello piuttosto dei repubblicani che hanno sostenuto Trump. Per esempio l’ex wrestler Hulk Hogan è stato tra i primi a congratularsi: “Questa stagione elettorale ha mostrato quanto tutti noi teniamo alla direzione in cui il paese è diretto”, ha scritto sui social. L’attore di Hercules Kevin Sorbo, integralista cristiano, ha twittato: “Cristo è re. Trump è presidente. Buonanotte”. Anche il rapper 50 Cent, che non si è mai schierato pubblicamente per Trump ma gli è sempre stato molto vicino, ha postato una sua foto col futuro presidente assieme a un messaggio un po’ confuso: “Non m’interessa come va lo scontro, io me ne vado col vincitore. Non so ancora cosa sta succedendo”. Più chiaro l’attore Zachary Levi, celebre per i film di Shazam, che si è detto “molto grato” a tutti i repubblicani che hanno votato “anche in mezzo a tutto il rumore”.